Nel 1998 il giornalista Nicholas Gage rivelò al mondo, nel suo libro Greek fire, che Maria Callas aveva partorito nel marzo del 1960 un bambino nato morto. La notizia fu ben presto confermata dalle poche persone a cui la diva aveva confidato il segreto. Omero, il figlio segreto, romanzo dello scrittore greco Christos Markogiannakis, usa tutti i meccanismi della finzione per immaginare che il padre del neonato, il miliardario Aristotele Onassis, avesse orchestrato un inganno per far credere alla madre che il bambino fosse morto alla nascita. Questo per non aggravare ulteriormente i già tesi rapporti familiari e per non complicare la spinosa questione dell’eredità. Omero quindi sarebbe cresciuto nei pressi di Milano da genitori adottivi, tenuto sotto controllo dai gestori dell’impero Onassis, viziato a distanza da un padre al contempo assente e onnipresente e pianto da una madre ignara. Il testo, presentato secondo una tradizione settecentesca come manoscritto autobiografico di Omero affidato all’autore dell’opera, suo unico e fedele amico, è un’incredibile saga familiare fatta di bugie, manipolazioni e inganni. Mescolando abilmente storia e finzione, tragedia greca e romanzo poliziesco, questo viaggio verso la verità si legge come un racconto mozzafiato.
Pierre Degott, ResMusica

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati