Il 22 maggio Sharifa Madrakhimova, giornalista e attivista per i diritti umani della regione di Fergana, in Uzbekistan, avrebbe dovuto essere a Dublino per ritirare un riconoscimento dell’ong Front Line Defenders. Invece il suo passaporto, spedito in Irlanda per ottenere il visto, le è tornato indietro bruciato e inutilizzabile. Madrakhimova, scrive The Diplomat, era già stata intimidita mentre monitorava la raccolta del cotone nel suo paese per conto della Cotton Campaign contro lo sfruttamento dei lavoratori.
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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati