Oltre cinquanta minuscoli fossili suggeriscono che gli uccelli nidificavano negli ecosistemi artici già 73 milioni di anni fa, cioè trenta milioni di anni prima di quanto si pensasse. Sono frammenti ossei di adulti, pulcini ed embrioni rinvenuti nella formazione geologica di Prince Creek, nel nord dell’Alaska, risalente alla fine del cretaceo. In quel periodo l’Alaska si trovava molto più a nord rispetto a oggi e le temperature erano più miti, ma le poche ore di luce rendevano difficile colonizzare quell’ambiente. I paleontologi hanno identificato due gruppi di uccelli dentati estinti, simili a svassi e gabbiani, e uno che include gli uccelli moderni. Inaspettatamente, scrive Science, non sono state trovate tracce degli enantiorniti, un gruppo arcaico molto diffuso in altre parti del pianeta nello stesso periodo. La loro assenza potrebbe indicare che le specie più evolute possedessero tratti adattativi unici per la sopravvivenza nei climi estremi dei poli. Oggi l’Artico ospita circa 250 specie di uccelli. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1617 di Internazionale, a pagina 111. Compra questo numero | Abbonati