La Polonia si avvia a votare per il ballottaggio delle presidenziali in un clima di forte polarizzazione. Il 25 maggio a Varsavia migliaia di persone sono scese in piazza in due manifestazioni parallele per sostenere i candidati che si sfideranno il 1 giugno: Rafał Trzaskowski di Coalizione civica (Ko, europeista e liberale) e il sovranista Karol Nawrocki, di Diritto e giustizia (Pis), arrivati appaiati al primo turno con circa il 30 per cento dei voti ciascuno e, stando ai sondaggi, attualmente intorno al 46 per cento delle intenzioni di voto. Tygodnik Powszechny fa notare che, rispetto alle politiche del 2023, due milioni di elettori hanno disertato le urne: convincerli a votare sarà cruciale soprattutto per Trzaskowski, mentre Nawrocki dovrà puntare a raccogliere i voti che al primo turno sono andati ai due candidati di estrema destra. “Il 18 maggio il campo conservatore ha ottenuto complessivamente il 52 per cento dei consensi. Se Trzaskowski non convincerà gli elettori di estrema di destra a restare a casa, e non conquisterà i voti di sinistra, ci sarà un terremoto politico. Che potrebbe significare la fine del sistema in cui viviamo dal 1989. Paradossalmente questo terremoto arriverebbe proprio in un fase in cui una larga fetta della società desidera profonde trasformazioni e la fine del duopolio tra Ko e Pis, ma ha però idee opposte sulla forma che queste trasformazioni dovrebbero avere”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1616 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati