“L’arte segue il denaro”, scrive il settimanale The Continent parlando del tentativo dei pa­esi del golfo Persico di cambiare la loro immagine di petrostati investendo miliardi di dollari nella cultura e attirando artisti dall’estero. “L’Arabia Saudita, che fino al 2019 non aveva un ministero della cultura, ha creato un fondo per lo sviluppo culturale da almeno venti miliardi di dollari per attirare collaboratori stranieri”, ricorda il giornale. Sempre nel 2019, Dubai ha introdotto un visto culturale grazie al quale gli artisti possono risiedere fino a dieci anni nell’emirato senza bisogno di avere uno sponsor locale. A rimetterci è soprattutto “l’Egitto, a lungo cuore pulsante della cultura araba, ma oggi oscurato dal Golfo”. Se, per alcuni critici, “l’arte non ha confini e la migrazione degli artisti non ridimensiona il ruolo dell’Egitto”, per altri il governo del Cairo non fa abbastanza. “Non considera la cultura una priorità, così intellettuali e artisti restano senza sostegno e finiscono per seguire il denaro. Fuori dall’Egitto”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati