“Nel suo primo viaggio in Medio Oriente Donald Trump si è dedicato molto agli affari e meno alla politica”, scrive Politico. Il 13 maggio il presidente degli Stati Uniti ha concluso un accordo strategico con l’Arabia Saudita su energia e difesa. I sauditi si sono impegnati a investire seicento miliardi di dollari negli Stati Uniti, tra cui 142 miliardi per comprare armi e altre attrezzature militari da più di dieci aziende statunitensi del settore della difesa. “Altri accordi, per un totale di circa mille miliardi di dollari, dovrebbero riguardare la costruzione di centrali nucleari, investimenti nell’intelligenza artificiale e nelle criptovalute”, scrive il New York Times. Il viaggio del presidente ha generato polemiche a proposito dei suoi conflitti d’interessi, vista la disponibilità di Trump ad accettare in regalo dal Qatar un aereo Boeing 747 del valore di 360 milioni di euro da usare al posto dell’Air force one. La famiglia ha da tempo grossi interessi economici nel Golfo, soprattutto con l’Arabia Saudita: molte attività economiche di Trump hanno ricevuto miliardi di dollari di investimenti negli ultimi anni. La novità politica più importante ha riguardato invece la Siria. Il 13 maggio Trump ha annunciato la revoca delle sanzioni contro Damasco in vigore da decenni e ha anche avuto un breve incontro con il presidente siriano ad interim Ahmed al Sharaa, nonostante l’opposizione d’Israele, che negli ultimi mesi ha condotto una serie di operazioni militari nel paese vicino. Un ulteriore segnale delle tensioni tra l’amministrazione Trump e il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che secondo Al Jazeera si sono acuite nelle ultime settimane, anche per via della decisione della Casa Bianca di trattare direttamente con Hamas per la liberazione di Edan Alexander, l’ultimo ostaggio statunitense ancora in vita nelle mani del gruppo palestinese. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati