Per il ritratto romanzato del celebre Antoine Carême, chef francese che ha rivoluzionato la gastronomia europea, il regista Martin Bourboulon ha scelto lo stesso registro usato per i suoi film dei Tre moschettieri. Il brivido dell’avventura sovrasta la meticolosità e la poesia del gesto culinario. Gli autori (il britannico Ian Kelly e l’italiano Davide Serino) più che spulciare i libri di cucina hanno riscritto i principali eventi degli anni del consolato di Napoleone Bonaparte, mettendone al centro l’inventore del vol-au-vent. Il risultato è una movimentata apologia della sensualità, storicamente superficiale. Le Figaro
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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati