I grandi studi cinematografici giapponesi sembrano continuare a sfornare inni all’amore puro. April, come she will di Tomokazu Yamada promette di essere meno interessato allo sbocciare dell’amore che a ciò che viene dopo: delusioni, compromessi e tutto il resto. Yayoi (Masami Nagasawa) è una veterinaria che sta preparandosi a sposare Shun, il suo ex psicologo (Takeru Satō). Sembrano la coppia ideale ma, il giorno del compleanno di Yayoi, Shun si sveglia e scopre che è andata via. Forse ha visto una lettera che gli è arrivata da Haru, la sua ragazza del college. Haru scrive dal Salar de Uyuni, in Bolivia, che avrebbe voluto visitare insieme a Uyuni, e ricorda poeticamente l’amore che hanno condiviso. Il film ricorda Socrates in love di Isao Yukisada (2004), pellicola strappalacrime su un uomo alla ricerca della sua fidanzata scomparsa mentre ricorda il suo primo amore. Non era un capolavoro, ma meglio di questo. Yamada, regista di spot pubblicitari e video musicali al suo debutto nel lungometraggio, evoca alcune immagini suggestive ma non riesce a mantenere un’atmosfera emotiva coerente.
James Hadfield, The Japan Times
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati