◆ Nel corso dei secoli le alluvioni hanno creato grandi problemi alla città russa di San Pietroburgo, conosciuta come la “Venezia del nord”. Il nucleo della città sorge infatti su 42 isole paludose nel delta del fiume Neva, appena due metri sopra il livello del mare.

Nel 1703 la costruzione della Fortezza di Pietro e Paolo, il primo edificio della città, era appena cominciata quando acque alluvionali spazzarono via tutti i materiali. Da allora più di trecento inondazioni hanno colpito la città, compresi tre eventi catastrofici in cui sono stati sommersi migliaia di edifici.

Le inondazioni più gravi si sono verificate quando le tempeste nel mar Baltico hanno raggiunto la baia della Neva. Siccome è stretta e poco profonda, si creano grandi onde, particolarmente pericolose quando coincidono con l’alta marea o con la piena stagionale del fiume Neva.

Il problema è stato risolto con un impianto di prevenzione delle alluvioni, che comprende undici dighe, sei chiuse, trenta stazioni di purificazione dell’acqua e due canali navigabili. I lavori sono cominciati nel 1979, ma la struttura, progettata per resistere a mareggiate fino a cinque metri, è diventata pienamente operativa solo nel 2011. Quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa, mostra la struttura principale, lunga 25 chilometri, che unisce le due sponde della baia della Neva, passando per l’isola di Kotlin, e ospita anche un’autostrada a sei corsie. Di solito la struttura rimane aperta per consentire il passaggio dell’acqua e degli animali marini, ma è già entrata in azione più volte evitando allagamenti in città.–Adam Voiland (Nasa)

Earthobservatory/Nasa

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1411 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati