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Cento giorni dopo il colpo di stato militare, in Birmania i manifestanti sono tornati in piazza e negli stati periferici del paese continuano gli scontri tra i gruppi armati locali e l’esercito, scrive Mizzima. Dal 1 febbraio la consigliera di stato Aung San Suu Kyi, il presidente U Win Myint e altre 150 persone sono in carcere. L’11 maggio altre trenta persone sono state arrestate. Intanto in Thailandia tre giornalisti di Democratic voice of Burma e due attivisti sono stati arrestati per essere entrati illegalmente nel paese e rischiano di essere riportati in Birmania. Il governo di Bangkok sta cercando “una soluzione umanitaria”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1409 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati