Mentre David Sibelius fa bollire le aragoste per la cena annuale offerta ai suoi studenti laureati al Boston institute of technology, sua figlia di dodici anni, Ada, lo osserva con un senso di presagio. “Non riusciva ad articolare cosa ci fosse di diverso nel suo contegno, ma questo scatenava in lei una profonda inquietudine”, scrive Liz Moore nel suo nuovo, avvincente romanzo. Ada scoprirà che il suo brillante ed enigmatico padre scienziato informatico è nelle prime fasi del morbo di Alzheimer. Più tardi nella stessa sera David, che ha ancora la presenza di spirito per capire che sta vacillando, dà ad Ada un floppy disc in una custodia di plastica bianca. Sul disco c’è una curiosa stringa di codice che Ada impiegherà più di vent’anni a decifrare. Sbloccherà oscuri segreti del passato di David e fornirà la chiave per il mondo invisibile. Ambientato negli anni ottanta, nel periodo pre-internet, il romanzo si muove agilmente tra i generi. È un affresco d’epoca ricco e convincente che cattura la vita quotidiana nel modesto quartiere di Dorchester, ma è anche un thriller cerebrale e avvincente, un romanzo su un codice che è anch’esso scritto in una sorta di codice. Attraversando il tempo, ci porta indietro nel Kansas negli anni venti, salta in avanti nella San Francisco del 2009, e poi illumina brevemente uno scorcio fantascientifico del futuro. Un romanzo elegante sull’identità e sull’alba dell’intelligenza artificiale, e insieme il ritratto interiore di una giovane donna tra mondi visibili e invisibili. Susan Coll, The Washington Post

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati