Sul tetto di un edificio abbandonato di una città olandese, Frankie e Dora sorseggiano un _bubble tea _mentre si rilassano al sole estivo. “Qui la gente organizza feste di continuo”, dice Frankie con l’aria di chi la sa lunga, indicando con un cenno della testa le bottiglie rotte e girando lo sguardo verso un gruppo rumoroso poco più in là. Le due ragazze indossano jeans vintage, scarpe da ginnastica decorate da loro – le preferiscono “personalizzate” – e magliette con una scritta. Quella di Frankie celebra una mostra d’arte, quella di Dora Billie Eilish, una cantante che le piace perché dice quello che pensa “su cose come Black lives matter, giustizia e roba del genere”.

Le ragazze hanno scoperto questo posto attraverso TikTok, un’app che secondo loro dovrebbe essere vietata perché “ora ci trovi tante cose brutte, perfino stupri”. Su Instagram invece hanno conosciuto il bubble tea, la bevanda a base di té popolare tra le adolescenti dalla Cina alla California. La cosa più trasgressiva che hanno fatto di recente è stata partecipare di nascosto a una manifestazione del movimento Black lives matter anche se i loro genitori glielo avevano vietato a causa del lockdown. Non c’è niente che non possono fare perché sono ragazze. “È un’idea d’altri tempi”, dice Dora.

Frankie, Dora e le altre decine di milioni di ragazze tra gli 11 e i 16 anni del mondo ricco stanno vivendo un’adolescenza come nessun’altra prima. Hanno madri molto più vicine all’uguaglianza sociale ed economica con i loro padri rispetto alle generazioni precedenti; dispongono di uno stupefacente mondo di social network da esplorare; e sono esposte a grandi cambiamenti politici e climatici, che le coinvolgono e gli provocano incertezze emotive di ogni tipo. Come tutte le adolescenze, anche la loro è al tempo stesso intensamente personale e universale. Nell’ultimo anno, decine di ragazze con cui l’Economist ha parlato in Europa e negli Stati Uniti, in alcuni casi di persona e durante il lockdown su Zoom, da sole o in gruppi allegri e chiassosi, ci hanno raccontato di TikTok e del bubble tea, di rabbia e attivismo, di tutorial per il trucco e salti sui tappeti elastici, di ansia (sia loro sia dei genitori) e di grandi progetti per il futuro (di entrambi). È emerso soprattutto un senso d’identità e di potenzialità condiviso.

Identità diverse

Uno dei cambiamenti è che oggi essere una ragazza è considerato una cosa in sé. Per secoli l’adolescenza delle ragazze è stata definita in gran parte in contrapposizione a quella dei ragazzi: significava essere educate mentre loro erano pestiferi, tranquille mentre loro erano rumorosi, socievoli mentre loro erano scontrosi, graziose mentre loro avevano una personalità. Ma dalla fine del novecento le ragazze sono state sempre più incoraggiate a essere sportive, vivaci e determinate.

L’adolescenza maschile sta diventando via via più irrilevante per quella femminile: lo dimostra il fatto che le ragazze stanno cambiando, mentre i ragazzi no. Alle ragazze è permessa una vasta gamma di interessi, comportamenti e atteggiamenti vari e flessibili, mentre l’identità maschile rimane definita in modo più restrittivo sia dalla società in generale sia dai ragazzi stessi. Chi vende oggetti per bambini e genitori ha notato questo cambiamento. Debi Clark di Bizzykidz, un’agenzia di modelli per la moda infantile, spiega che gli inserzionisti chiedono una “tipologia” di bambine più varia di prima, mentre per i bambini la tipologia è rimasta una. Axel Dammler di iconkids & youth, una società di ricerca tedesca, afferma: “Quasi non ha senso fare pubblicità per le ragazze perché oggi hanno identità e interessi diversi”. Alla maggior parte dei ragazzi si può vendere il calcio e qualche videogioco popolare, ma “le ragazze sono interessate a tutto”, dice con un misto di esasperazione e ammirazione.

Le ragazze con cui l’Economist ha parlato lo hanno confermato: in generale questo ampliamento per loro è positivo. Non significa però che tutto vada a meraviglia. Nella maggior parte dei paesi ricchi, spesso le ragazze si sentono leggermente più tristi dei ragazzi, in particolare dal periodo della pubertà in poi. Possono essere cattive l’una con l’altra e con se stesse. Frankie dice che a volte, “all’improvviso, si sente così brutta da cadere in depressione”.

La situazione può essere complicata da un mondo che ancora non sa cosa fare di queste nuove ragazze. La risposta al loro sfruttamento, ancora frequente, è spesso trattarle come creature innocenti bisognose di essere protette dagli uomini malvagi, dalla manipolazione dei social network e naturalmente dalla loro ingenuità. Allo stesso tempo sono ammirate come un potente esercito di Grete Thunberg su cui il mondo può riporre le sue speranze per il futuro. Essere liberate da uno specifico modello femminile o riferimento maschile non significa che le ragazze non si assegnino, o non si lascino assegnare, una vasta gamma di ruoli a volte contraddittori. Sono amiche, figlie, corpi, attiviste e donne di domani. Ogni ruolo apre uno spiraglio sul loro futuro e lascia intravedere la ricchezza del loro presente.

Le amicizie tra ragazze tendono a formarsi “faccia a faccia” raccontando le proprie emozioni, quindi sono più coinvolgenti

Amiche

Le amicizie tra ragazze hanno fornito abbondante materiale a scrittrici e artiste, da Jane Austen alle Spice Girls a Elena Ferrante. L’intensità e l’intimità delle amicizie tra ragazze sono un’esperienza che secondo molte donne influisce su tutta la loro vita. È anche una delle prime cose a cui accennano quando gli si chiede cosa gli piace dell’essere ragazze.

Per esempio a rendere Frankie e Dora amiche è la fiducia. Le due ragazze (i loro nomi, come quelli di tutte le persone citate in quest’articolo, sono stati cambiati) sono amiche da quando sono diventate buurmeisjes, vicine di casa, all’età di due anni. “Semplicemente” sanno che possono contare l’una sull’altra quando la vita e gli altri rapporti si complicano. Dora racconta tutto a Frankie “perché è Frankie. È come il mio diario”, dice.

Fidarsi l’una dell’altra è un aspetto fondamentale dell’amicizia tra ragazze. Ciò detto, chiunque abbia, o sia stata, una figlia adolescente sa che quest’intimità non sempre è positiva. Le ragazze hanno più probabilità dei ragazzi di essere oggetto di maldicenze e di essere emarginate dai coetanei. Ma la loro intimità è un sostegno inestimabile. “Le rassicura che possono piacere”, dice Julia Cuba Lewis, della Girls empowerment network, un’organizzazione non profit statunitense. “Un’amicizia stretta le aiuta a sentirsi più forti”.

Per molte ragazze la prima vera amicizia è anche la prima introduzione all’affetto al di fuori della famiglia. Anche se alla fine “Gary ti amo” prende il sopravvento, le ragazze spesso cominciano a scarabocchiare “Sharon e Lina, amiche del cuore per sempre” sui quaderni e sulle porte dei bagni. Mentre le generazioni precedenti erano legate alla rete fissa, anche se allungavano il filo per allontanarsi il più possibile dai genitori indiscreti, il cellulare ha liberato l’amicizia dalle catene della distanza e del tempo. Frankie una volta ha trascorso un’intera notte su FaceTime con un’amica (i suoi genitori ora le confiscano il telefono ogni sera, “per proteggermi da me stessa”). Per quasi tutte le ragazze con cui abbiamo parlato l’aspetto più pesante del _lockdown _è stato non vedere i loro amici. Un sondaggio della British children’s society conferma che è stato lo stesso per i ragazzi britannici tra i 10 e i 17 anni e che le ragazze ne hanno sofferto più dei ragazzi.

Mentre le amicizie dei ragazzi di solito nascono quando si trovano “fianco a fianco” in un’attività condivisa, le amicizie tra ragazze tendono a formarsi “faccia a faccia” raccontando le proprie emozioni, quindi sono più coinvolgenti e di conseguenza più importanti.

Perciò durano anche di più. Molti studi condotti in vari paesi hanno confermato che le amicizie femminili sono più intime e solidali. C’è un motivo per cui, almeno negli Stati Uniti, le donne adulte parlano ancora delle loro “amichette”. I ragazzi che stringono amicizie intime spesso si allontanano durante l’adolescenza anche se, quando gli viene chiesto, i più grandi esprimono spesso un bisogno insoddisfatto di amicizia profonda. Alla stessa età le ragazze si avvicinano più che mai.

“Ci capiamo perfettamente, possiamo contare l’una sull’altra. Se è una brutta giornata ci aiutiamo a vicenda”, dice Cyrene, 15 anni, che frequenta una scuola superiore di Denver, negli Stati Uniti. “I ragazzi non lo fanno”. Le sue amiche Kya, Grace e Orenda sono d’accordo. Si stanno dividendo una pizza mentre discutono del perché sono amiche. Ridono molto. Si divertono a “fare le sceme” insieme, un’espressione che le ragazze di paesi e provenienza diversi usano per denotare una stupidità senza limiti che adorano. Condividono molte esperienze formative: la prima volta al cinema e in un ristorante asiatico e, come rivelano pochi mesi dopo su Zoom, il loro primo attivismo online. La parola “sostegno” viene fuori spesso. Quando discutono di argomenti difficili si mettono la mano sulla spalla, si stringono le mani, si sussurrano parole rassicuranti e si abbracciano liberamente.

Figlie

Tutte e quattro le ragazze di Denver citano le loro mamme come modelli di comportamento e dicono che lo sono sempre state. Il modo in cui i genitori trattano le figlie, e il modo in cui le figlie reagiscono, è forse l’elemento che distingue di più questa generazione di ragazze dalle precedenti. Per molte di loro la casa è il luogo in cui è meno probabile incontrare il sessismo. Un sondaggio del 2018 ha rilevato che più della metà delle ragazze statunitensi tra i 10 e i 19 anni si sentiva trattata in modo diverso negli sport e circa un terzo a scuola e online. Solo una su otto ha detto che questo succedeva anche in casa. Da un sondaggio condotto su un campione di famiglie nel 2014, è emerso che solo il 6 per cento degli statunitensi adulti intervistati non era d’accordo con l’affermazione “i genitori dovrebbero incoraggiare sia le figlie sia i figli a essere indipendenti”.

Negli anni settanta i genitori statunitensi che avevano solo maschi spendevano molto di più per i figli rispetto a quelli che avevano solo femmine. Nel 2017, secondo Sabino Kornrich della New York university di Abu Dhabi, questa differenza era scomparsa. Oggi i genitori spendono di più per le ragazze in lezioni private, materiale artistico e corsi di musica. In Cina i genitori di liceali è probabile che assumano un professore privato per le figlie più che per i figli, e si aspettano che le figlie, più che i figli, vadano all’università. “Dato che le ragazze spesso ottengono risultati migliori, i genitori hanno più aspettative e investono di più su di loro”, spiega Jean Yeung Wei-Jun, un ricercatore dell’università nazionale di Singapore.

Per ironia della sorte oggi alcuni vecchi stereotipi di genere potrebbero aiutare le ragazze. Quando sono piccole i genitori leggono più per loro che per i bambini, per i quali i padri sono cinque volte più propensi a cantare o fischiare. È anche più probabile che alle ragazze parlino di emozioni, compresa la tristezza, e che le madri usino con loro un vocabolario complesso. Questo dà alle ragazze un vantaggio in un mondo che premia sempre più le “competenze trasversali”. Le bambine hanno ancora meno tempo libero rispetto ai maschi, ma oggi questo è dovuto al fatto che passano più ore a studiare e a prendersi cura di sé, più che a un’ingiusta divisione dei compiti. E nel tempo a loro disposizione hanno molta più libertà. Vengono anche più spesso cresciute da madri single. La maggior parte delle intervistate di Denver ha un padre o un patrigno, ma parlando della madre dicono tutte che è “il motivo per essere brave” e “l’uomo di casa”. Kya ci racconta che quando è nata, la madre aveva solo un anno in più di quanti ne ha lei oggi, ed è raggiante quando dice che ora ha la sua officina di carrozzeria. Ha frequentato le scuole serali come la madre di Cyrene, un’altra mamma adolescente, e questo è un ulteriore motivo di orgoglio femminile. “È incredibilmente forte”, dice Kya.

Il rapporto tra madre e figlia è formativo indipendentemente dalla presenza di un padre. Le ragazze le cui madri rifiutano gli stereotipi di genere sulla matematica vanno meglio in matematica (le opinioni dei papà sull’argomento sembrano non avere peso). Le ragazze le cui madri parlano apertamente con loro di mestruazioni e di sesso hanno meno probabilità di avere comportamenti sessuali rischiosi.

Stati Uniti, gennaio 2021 (Luvelli, Institute)

Ma quando ci sono due genitori, contano entrambi. Dalla ricerca emerge che le ragazze sono più sensibili dei ragazzi all’incoraggiamento dei genitori. Quelle che sono state incoraggiate a essere sicure di sé tendono a essere meno preoccupate per la scuola e ottengono buoni risultati, inoltre hanno meno probabilità di abbandonare lo sport e di avere problemi con il loro aspetto fisico.

Sarah, 12 anni, vuole diventare chirurga. Si collega dalla sua camera da letto viola circondata da cuscini con immagini di cani. Adora arrampicare, fare biscotti e “sezionare animali”.  Le imprese di cui è più orgogliosa sono la dissezione di una rana, di un calamaro e di un palombo. Il padre ha alimentato il suo interesse per i biscotti e i cadaveri. La madre prepara il pane con lei ogni venerdì. La cosa che preferisce dell’essere una ragazza: “Siamo persone incredibili”. Non riesce a pensare a qualcosa che non le piace.

Le figlie possono cambiare i valori dei genitori, in particolare quelli dei padri. I ricercatori della London school of economics hanno scoperto che avere figlie in età scolare diminuisce la probabilità che i padri abbiano atteggiamenti tradizionalisti sui ruoli di genere e li rende più propensi a collaborare in casa. Altri studi hanno dimostrato che avere figlie influisce sulle decisioni di politici, giudici e amministratori delegati. È più probabile che gli uomini con figlie assumano donne nei loro consigli d’amministrazione. La maggior parte delle ragazze crede che i propri genitori abbiano un atteggiamento troppo sospettoso nei confronti della tecnologia. “I miei pensano che siano tutte stupidaggini e distrazioni, e che siamo dipendenti dai social network”, dice Ida. “Invece possono essere davvero stimolanti. Ci sono molte donne… che lottano per i propri ideali ”.

L’Ofcom, l’ente britannico di regolamentazione delle comunicazioni, ha scoperto che i genitori sono sempre più preoccupati che i rischi della rete superino i benefici. Standard di bellezza irrealistici, autolesionismo, disturbi alimentari, celebrità che esaltano la chirurgia plastica, pornografia, messaggi erotici e adescatori li tengono svegli la notte. È più probabile che limitino l’uso del cellulare alle ragazze che ai ragazzi, e che entrino nella loro stanza per controllarle mentre sono online (con i figli controllano la cronologia di navigazione in seguito).

Una madre statunitense impone le stesse regole ai figli, ma si preoccupa più dei rischi che corre la figlia di 14 anni. “È molto più matura e curiosa del maschio”, dice. Da quando ha avuto in regalo un cellulare un anno fa, sua figlia ha usato internet per “progetti artistici meravigliosi” ma con Cinquanta sfumature di grigio ha imparato qualcosa anche sul sadomasochismo. Un’altra madre prova tutte le app che usa la figlia, “anche i balletti su TikTok”. È stupita dall’ampiezza delle informazioni. “Noi avevamo solo le riviste”, dice parlando della sua infanzia in India. “Loro hanno accesso a tutto”.

Corpi

Nonostante la liberazione e l’ampliamento delle identità, c’è un punto su cui le ragazze si sentono ancora giudicate: il loro corpo. Negli Stati Uniti più della metà delle ragazze tra i 10 e i 19 anni pensa che la bellezza sia il tratto che la società apprezza di più nelle donne. Sette ragazze su dieci tra i 14 e i 19 anni si sentono giudicate come oggetti sessuali.

Negli Stati Uniti i ricoveri per autolesionismo tra le ragazze sono aumentati di quasi due terzi negli ultimi dodici anni

Ogni tanto gli uomini gridano a Frankie “pornobionda” quando passa in bicicletta.

“Sono stata chiamata in tutti i modi mentre camminavo per strada, solo per come ero vestita”, dice Ana, 13 anni, di New York, che non sa mai cosa rispondere anche se prova una grande rabbia. Amy, 14 anni, ha ricevuto “qualcosa di brutto” da un uomo su Instagram. Non l’ha detto ai genitori e non vuole parlarne. Il motivo principale per cui le ragazze statunitensi non denunciano i commenti erotici è la paura di essere meno apprezzate (la “gentilezza” è seconda solo alla bellezza tra le qualità che pensano la società apprezzi in loro).

Alla domanda “cosa ti piace di meno dell’essere una ragazza“, la maggior parte di quelle con cui abbiamo parlato ha menzionato il corpo: “Le mestruazioni, che palle”, “le mie cosce, orribili”, “l’eccessiva emotività”. Ma il modo in cui gli altri le vedono è ancora più importante: “Essere guardate in un certo modo”, “dover essere femminili”, “sentirsi dire di sorridere”.

Il fatto che le ragazze abbiano problemi con il loro corpo e con il modo in cui gli altri lo guardano non è una novità. Nel 1950, da uno studio intitolato “Le apprensioni degli adolescenti sul loro fisico”, emergevano preoccupazioni diffuse tra le ragazze su “grassezza, magrezza, altezza, mancanza di sviluppo, sviluppo eccezionalmente precoce, punti neri, brufoli, brutti occhi, denti irregolari, naso brutto e mento sfuggente”.

Secondo la Children’s society, nel Regno Unito le ragazze sono sempre state più insoddisfatte del loro aspetto fisico che di qualsiasi altra cosa. Negli anni novanta una serie di libri, a cominciare dal bestseller di Naomi Wolf Il mito della bellezza, affermava che l’ossessione della cultura consumistica per la forma femminile stava provocando una “epidemia” di anoressia tra le ragazze e le donne. Uno studio pubblicato dalla rivista Eating Disorders ha rilevato che le statistiche di Wolf erano gonfiate in media di otto volte.

Il fatto che queste preoccupazioni siano esagerate e ricevano troppo peso non significa che non abbiano fondamento. Le ragazze si uccidono molto raramente, in numerosi paesi ricchi è meno probabile che lo facciano rispetto alle donne adulte o ai ragazzi e agli uomini di qualsiasi età. Ma negli Stati Uniti dal 1999 a oggi il numero di suicidi di bambine tra i 10 e i 14 anni è più che triplicato. Negli ultimi dodici anni i ricoveri per autolesionismo sono aumentati di quasi due terzi. Ed è cresciuta la percentuale di ragazze con sintomi depressivi.

L’adolescenza offre alle ragazze più possibilità rispetto al passato e dura più a lungo. In occidente la pubertà comincia verso i dieci anni

Secondo i ricercatori l’aumento documentato dei problemi di salute mentale delle ragazze è dovuto sia al fatto che i sintomi vengono riconosciuti prima rispetto al passato sia alla trasformazione delle loro vite, ma non è chiaro in che misura. “Ci sono molti motivi per sperare in questa generazione di ragazze adolescenti”, afferma Candice Odgers, una ricercatrice dell’università della California a Irvine. Ma “sono più tristi. Forse è a causa del mondo che abbiamo costruito”.

Alcuni cambiamenti avvenuti nel mondo, tuttavia, sono positivi per loro. Prendiamo lo sport: se un secolo fa Pierre de Coubertin, fondatore dei moderni Giochi olimpici, considerava le donne “poco pratiche, poco interessanti, antiestetiche e inadeguate”, oggi più ragazze che mai fanno sport. In particolare quelle che hanno meno problemi di salute mentale e sono più soddisfatte del proprio corpo.

Le ragazze possono sentirsi bene con se stesse anche online. Dove è stato riscontrato, il rapporto negativo tra l’uso dei social network e il benessere delle ragazze è minimo, quasi simile all’influenza che ha portare gli occhiali, afferma Amy Orben, dell’università di Cam­bridge. E non è chiaro in che direzione vada questo rapporto. Un recente studio canadese ha scoperto che i problemi di salute mentale delle giovani adolescenti possono far prevedere l’uso successivo dei social network, ma non il contrario. I social network possono peggiorare la situazione di ragazze già in difficoltà, ma nelle altre non creano quasi nessun problema.

Le ragazze pensano che non ci sia niente di sbagliato nel farsi dei selfie e sono ansiose di mostrare quanto possono essere creative su TikTok e Tumblr. È chiaro che “il corpo è mio e me lo gestisco io” include anche la possibilità di prendersi cura del proprio aspetto. A Londra, Ziggy dice che secondo alcune persone “puoi essere popolare su Instagram o intelligente ma non entrambe le cose”. Lei non è d’accordo: “Puoi essere la fantasia maschile di una bella ragazza, ma anche interessante e profonda. Pubblicare foto di te stessa non ti toglie profondità”. E le immagini non devono essere di un tipo particolare: “Essere una ragazza significa che posso essere femminile quanto voglio oppure non esserlo”, dice Alyssa, 13 anni, che vive in California.

L’effetto negativo dei mezzi d’informazione tradizionali, da tempo abituati all’uso del fotoritocco, è maggiore di quello dei social network, dove si trovano anche molte “persone normali”. L’idea che gli strumenti di fotoritocco sugli smartphone stiano incoraggiando il boom della chirurgia plastica non ha fondamento. “Penso che i miei genitori mi considerino un’idiota che crede a tutto quello che vede online”, dice Isla da Brighton, nel regno Unito, alzando gli occhi al cielo.

In generale le ragazze non sono così. Un esempio pertinente, anche se preso da un piccolo studio, è che mentre un ragazzo su cinque pensa che la pornografia online sia una rappresentazione realistica del sesso, solo il 4 per cento delle ragazze ci crede. Quando abbiamo chiesto a una classe di ragazze di un’altra scuola di Denver di rispondere a una serie di dichiarazioni sui social network, nessuna era d’accordo con l’affermazione “Penso che tutte le raffigurazioni sui social network siano realistiche”. La maggior parte ha ammesso che “i social network hanno influenzato il modo in cui mi sento”. E tutte hanno riconosciuto di aver fatto complimenti a qualcuno sui social. “Il mondo online è un luogo in cui agire, non solo assorbire”.

Attiviste

La conferenza annuale “We are girls”, ospitata da una scuola superiore di Austin, in Texas, offre workshop come “Tu e la robotica”, “Il mio corpo che cambia” e “Dive e diversità”. Le ragazze che partecipano hanno l’opportunità d’imparare a giocare a football e di decorare bacchette con i lustrini mentre discutono di principesse Disney. Ma prima devono riconoscere il proprio potere.

Nella seduta di apertura, mille ragazze battono i piedi nella palestra del liceo mentre una donna con una tuta da fitness anni settanta le sprona con l’energia di una tigre. Alcune ragazze tirano fuori il telefonino per filmare, altre sembrano imbarazzate e si aggrappano alle amiche o si nascondono nel cappuccio delle loro felpe. Le ritardatarie sembrano sorprese. Ma presto le spettatrici cominciano ad applaudire e quasi tutte gridano e saltano.

“Chi governa il mondo?”, chiede la relatrice.

“Le ragazze”, risponde la folla.

“Chi?”.

“Le ragazze!”.

Un ragazzino con la divisa da calcio, portato con sé dalla madre perché il suo allenamento è stato annullato, si copre le orecchie.

Alle ragazze viene detto sempre più spesso che hanno un potere, e sempre più spesso sentono di averlo. E se non credono davvero di governare il mondo, di certo vogliono migliorarlo. Chiedetegli quali sono i loro modelli e accanto alle madri compaiono Greta Thunberg e Malala Yousafzai, le attiviste per il clima e l’istruzione. Nessun altro modello si avvicina minimamente a questi.

La maggior parte delle ragazze con cui abbiamo parlato si definisce un’attivista, anche se non tutte sostengono petizioni per nuovi progetti di riciclaggio o seguono gli sviluppo dell’intelligenza artificiale  applicata all’ambiente (due attività in cui ci siamo imbattuti). Le ragazze si accalorano quando si parla di sessismo, razzismo, discriminazione nei confronti delle persone lgbt, povertà, crudeltà sugli animali, persone senza fissa dimora, cambiamento climatico, rifiuti, mancanza di assistenza sanitaria per tutti, distruzione ambientale, standard di bellezza e disuguaglianze. Molte ce l’hanno a morte con gli “idioti” che non seguono le regole per proteggersi dal covid-19 e provocano morti e sofferenze inutili. “L’unica cosa buona della pandemia è che fa bene alla natura, all’ambiente e ai delfini”, dice Sarah, “ma vorrei che intanto non uccidesse tante persone”.

La psicologa statunitense Carol Gilligan sottolinea che le ragazze sono state a lungo considerate un simbolo di sincerità e onestà, dall’Ifigenia della tragedia di Euripide alla Claudia di L’occhio più azzurro, il romanzo della scrittrice afroamericana Toni Morrison, a Jane Eyre. Ma quando raggiungono l’adolescenza, spesso smettono di dire quello che pensano, spinte come sono a diventare giovani donne “amabili”.

Oggi le ragazze si preoccupano ancora di essere amate. “Quello che è cambiato”, afferma Gilligan, “è l’enorme risonanza che ha la loro voce”.  Ampi settori della società stanno dicendo che le ragazze hanno gli strumenti necessari per parlare più forte – l’istruzione, internet e la libertà di uscire di casa – e che la loro voce sarà ascoltata. Per questo, continuare a parlare diventa al tempo stesso doveroso ed entusiasmante: è un modo nuovo e più audace di essere “brave ragazze”.

Stati Uniti, 2021 (Institute, 2)

Alcune delle loro preoccupazioni riguardano la realtà in cui vivono. All’inizio di marzo del 2020 le ragazze di Denver ci hanno detto che si sentivano giudicate più per la loro etnia che per il loro sesso. “Penso che le ragazze siano più capite dei neri”, dice Grace. “La gente pensa immediatamente che vengo dal ghetto, che sono chiassosa, stupida perché è così che vedono i neri”. Come molte adolescenti con cui abbiamo parlato durante il lockdown, lei e le sue amiche erano frustrate perché non potevano partecipare alle proteste del movimento Black lives matter. Ma hanno “firmato petizioni, letto articoli, condiviso informazioni e chiesto giustizia”, scrive Kya in un’email.

Internet è una risorsa per il loro attivismo e un luogo per esercitarlo. Jo, 12 anni, londinese, si lamenta perché “avere solo un Nokia, che non ha nemmeno le emoji”, rende difficile raccogliere firme per la sua petizione online contro la tassa sugli assorbenti. Capisce perché i suoi genitori si preoccupano, ma ripete sempre che “è davvero seccante”. L’altro luogo chiave è la scuola. Naomi, che ha 14 anni e vive in California, dice che gli episodi di razzismo a cui ha assistito durante la risposta al covid-19 e l’uccisione di George Floyd nel maggio del 2020 a Minnea­polis l’hanno spinta all’altruismo: ha raccolto esperienze da altri studenti e ha scritto una lettera alla scuola chiedendo di fare lezioni sul razzismo dalla quarta elementare, cioè intorno ai nove o dieci anni. A New York Martha, la sorella quindicenne di Ana, è passata dal chiedere agli insegnanti della sua scuola d’inserire il cambiamento climatico nei programmi a fare pressioni per l’educazione climatica a livello nazionale. Ogni volta che lei e i suoi amici parlano con una persona influente, pubblicano una foto sui social network, taggandola e “ringraziandola di aver accettato qualsiasi cosa abbia accettato di fare. È un buon modo per costringerla ad assumersi le sue responsabilità”.

Alcune, come Jo, combattono per problemi legati al loro genere. Tutte le ragazze sono arrabbiate per il divario retributivo e le molestie sessuali. Questo non significa che si considerano femministe.

Secondo un sondaggio di Plan inter­national, negli Stati Uniti solo il 28 per cento delle ragazze tra i dieci e i 19 anni usa la parola “femminista” per descriversi. “Suscita reazioni troppo negative”, dice Mies, undici anni, di Amsterdam. “Soprattutto da parte dei ragazzi”. 

Preferiscono parlare di uguaglianza o di genere. “Le donne sono superiori”, afferma Cyrene in un tono che non ammette repliche.  “I ragazzi sono biologicamente più forti, lo so”, aggiunge pensierosa. “Ma a nessuno importa più del lavoro nei campi”.

Stati Uniti, 2021 (Luvelli, Institute)

Donne di domani

L’adolescenza non solo offre alle ragazze più possibilità rispetto al passato, ma dura anche più a lungo. In occidente la pubertà comincia verso i dieci anni. L’età si è abbassata soprattutto a causa di una dieta migliore. Per le ragazze nere, che in genere hanno un indice di massa corporea più alto e un peso alla nascita inferiore, arriva anche prima. Quasi per una ragazza afroamericana su quattro la pubertà comincia a sette anni, rispetto al 15 per cento delle ragazze ispaniche e al 10 per cento delle caucasiche.

L’attività sessuale, tuttavia, comincia più tardi e viene gestita meglio: il tasso di gravidanze tra le adolescenti sta diminuendo in tutto il mondo. Inoltre l’istruzione dura più a lungo. C’è quindi spazio per allungare la giovinezza, ma non a tempo indeterminato.

Nel 1972 a un gruppo di ragazze della classe operaia di Ealing, un quartiere di Londra, fu chiesto di fare una classifica delle loro priorità nella vita. Al primo posto c’era l’amore, poi un marito e una carriera. Lo stesso sondaggio fu ripetuto nel 1994 e i risultati furono più o meno invertiti. Alle ragazze con cui abbiamo parlato abbiamo chiesto di stilare una classifica delle loro priorità per il futuro su un modulo. “Un lavoro interessante”, “cambiare il mondo” e “l’indipendenza economica” erano ai primi posti. “L’amore” era a metà, “il matrimonio”, “la ricchezza” e “i figli” erano in fondo, a volte cancellati.

Il potere di fare affidamento su se stesse è considerato fondamentale. “Voglio una buona istruzione e un buon progetto per il futuro”, dice Ela, una californiana di undici anni, prima di aggiungere che vuole anche due cani.

“Voglio sicuramente abbastanza soldi per mantenere me stessa e tutti i figli che avrò”, dice Martha di New York.

Le ragazze di Denver pensano che qualsiasi famiglia avranno dovranno essere economicamente indipendenti. La presenza di un uomo è meno importante. “Sarebbe come il dolce alla fine di un pasto, ma non ne ho bisogno”, dichiara Cyrene. Kya è d’accordo: “Se finirò per rimanere da sola, avrò comunque le mie amiche”, dice.

Stati Uniti, 2021 (Luvelli)

Un’ora di auto più a nord, a Boulder, in Colorado, un gruppo di ragazze che ha fatto nottata per studiare per un compito di matematica che assegnava dei crediti in più, è altrettanto tiepido verso l’amore e il matrimonio, ma ha le idee chiare su altri aspetti del proprio futuro. Jennie ha in programma di diplomarsi in chimica e pianoforte, poi di frequentare la facoltà di medicina e diventare chirurga o insegnante.

Nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), la probabilità che le adolescenti dicano di voler diventare mediche è tre volte maggiore di quella dei ragazzi. Lou dice che prenderà una doppia specializzazione in informatica e ingegneria e poi lavorerà nel campo dell’ingegneria aerospaziale “sull’intelligenza artificiale”, forse per la Nasa, l’agenzia governativa spaziale degli Stati Uniti. Come le ragazze di Denver, molte immaginano di adottare un giorno un bambino, con o senza un compagno.

Gli obiettivi personali e le aspirazioni per il mondo del futuro sono collegati. Le ragazze statunitensi sono più propense dei ragazzi a dire che vogliono rendere il mondo un posto migliore. È anche più probabile che affermino di voler avere un ruolo da leader. A Londra Jo spera che tra dieci anni, quando avrà finito l’università, nel mondo ci sarà più uguaglianza, “e anche che non sia esploso”. Alla domanda se questo la preoccupa, aggrotta le sopracciglia: “Certo, a causa del riscaldamento globale. Greta Thunberg dice che c’è la possibilità di una gigantesca catastrofe che non saremo mai in grado di superare”. Il modo in cui il suo governo ha gestito la pandemia di covid-19 l’ha fatta “molto arrabbiare”. Sta considerando la possibilità di una carriera politica, ma dice: “Non sono sicura che ci riuscirò, perché ho molte cose da fare”.

Aspettative così alte sono senza dubbio un rischio. “La società tende ancora a pensare che le ragazze siano in crisi oppure siano supereroine. Stiamo cercando una via di mezzo in cui possano essere semplicemente umane e autorizzate a commettere errori”, afferma Angelica Puzio, una dottoranda della New York university.

Deborah Tolman, una scrittrice che studia le ragazze da decenni, osserva che spesso non si rendono conto del sostegno e dell’organizzazione che hanno dietro “eroine” come Greta e Malala, e teme che “se non salveranno il mondo si sentiranno in colpa per aver deluso la gente”.

Quando chiedi alle ragazze cosa le rende più ansiose, molte accennano alla pressione per essere brave, avere un bell’aspetto ed essere buone.

“Ci chiedono di essere educate e gentili, concrete e sicure di noi stesse”, dice Ziggy. In realtà, nel migliore dei casi si sente “abbastanza sicura”. Ma dire alle ragazze che devono diventare più sicure è solo un modo per dirgli che devono correggere o migliorare qualcosa, avverte l’educatrice statunitense Rachel Simmons nel libro Enough as she is.

Non vuol dire che non possano trovare la sicurezza dentro di sé o tirarla fuori le une dalle altre. Alla domanda: “Pensi di poter cambiare il mondo?”, Sarah va nel panico. “Da sola? Oddio, no. E se non riuscissi a risolvere tutti i problemi?”.

Poi si rende conto che nessuno voleva dire che deve farlo da sola, il che cambia tutto.

“Vuol dire con tutte le altre ragazze?”, chiede con un sospiro di sollievo. “Certo che possiamo”.  ◆ bt

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Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati