Il 2 marzo 2016 l’attivista Berta Cáceres, che aveva vinto il premio Goldman per l’ambiente e si batteva per i diritti degli indigeni lenca e per difendere le loro terre dallo sfruttamento minerario ed energetico, fu uccisa nella sua casa a La Esperanza, in Honduras. Sul Guardian Nina Lakhani, che da anni segue la lotta del Copinh, l’associazione di cui Cáceres faceva parte, ricorda che il processo contro David Roberto Castillo Mejía, ex agente dell’intelligence militare e considerato il mandante politico dell’omicidio dell’attivista, comincerà il 6 aprile a Tegucigalpa.
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Questo articolo è uscito sul numero 1399 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati