Nel 1935 il geografo cinese Hu Huanyong tracciò una linea di demarcazione immaginaria che divideva la Cina in due parti. Questa diagonale, chiamata linea Hu, parte dalla città di Tengchong, nella provincia dello Yunnan, vicino alla Birmania. Prosegue verso nordest fino a raggiungere la città di Heihe, nella provincia dello Heilongjiang, al confine con la Russia. All’epoca Hu Huanyong aveva notato una crescita demografica asimmetrica tra le due aree, che è visibile ancora oggi. Secondo i dati più recenti, a est della linea Hu vive il 94 per cento della popolazione cinese, più di 1,2 miliardi di persone, mentre a ovest solo il 6 per cento, tra cui la maggior parte delle minoranze etniche. In questa metà molte zone sono montuose e semiaride, il livello di sviluppo e urbanizzazione è più basso e la povertà è diffusa.
“A ovest molte industrie non sono più sostenibili. Chi resta sta provando a investire nelle energie rinnovabili e nel turismo”, spiega il fotografo Zhou Pinglang, che tra il 2016 e il 2017 ha viaggiato lungo la linea Hu. “Dopo più di ottant’anni, nonostante le trasformazioni economiche e culturali del paese, ci sono ancora grandi disparità tra le due aree” ◆
Zhou Pinglang è un fotografo e giornalista cinese.
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Questo articolo è uscito sul numero 1390 di Internazionale, a pagina 60. Compra questo numero | Abbonati