Il regista iraniano Jafar Panahi, vincitore dell’ultima Palma d’oro al festival di Cannes, è stato condannato in contumacia a un anno di prigione per “propaganda contro lo stato”, ha dichiarato il 1 dicembre all’Afp Mostafa Nili, il suo avvocato.
“La condanna è accompagnata da un divieto di viaggio di due anni e da un divieto di far parte di qualunque organizzazione politica o sociale”, ha precisato Nili, aggiungendo che farà ricorso.
Non ha fornito ulteriori dettagli sull’esatta natura delle accuse contro il suo cliente, che attualmente si trova all’estero.
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A maggio Panahi, 65 anni, aveva vinto la Palma d’oro a Cannes con il film Un semplice incidente.
Dopo anni trascorsi senza poter lasciare l’Iran, Panahi aveva anche partecipato al festival.
Nelle ultime settimane aveva girato gli Stati Uniti per promuovere il film, che è stato scelto per rappresentare la Francia agli Oscar.
Le riprese del film, che racconta la storia di un ex carceriere della Repubblica islamica finito nelle mani di un ex detenuto a cui aveva fatto del male, erano state interrotte dalla polizia e poi portate a termine in fretta e furia qualche settimana dopo.
“Non mi sono mai fatto condizionare dalla censura e non intendo cominciare adesso”, aveva dichiarato all’Afp durante un’intervista a settembre.
Panahi non aveva mai voluto lasciare l’Iran, nonostante le enormi difficoltà, continuando a soffermarsi nelle sue opere su temi legati alle ingiustizie sociali e al ruolo delle donne.
Il suo primo lungometraggio, Il palloncino bianco, aveva vinto la Caméra d’or a Cannes nel 1995. Nel 2015 aveva vinto l’Orso d’oro a Berlino con Taxi Teheran.
Panahi era finito in prigione due volte, per 86 giorni nel 2010 e per quasi sette mesi tra il 2022 e il 2023. In quest’ultima occasione aveva effettuato uno sciopero della fame per ottenere il rilascio.
Al ritorno in Iran dopo il trionfo a Cannes, era stato acclamato dai suoi sostenitori, mentre il governo e i mezzi d’informazione statali avevano reagito con freddezza alla prima Palma d’oro iraniana dai tempi di Il sapore della ciliegia, di Abbas Kiarostami, nel 1997.