Il 26 novembre il presidente statunitense Donald Trump ha denunciato un “atto di terrorismo” e annunciato una stretta sull’immigrazione dopo che un afgano ha ferito gravemente a colpi di arma da fuoco due soldati della guardia nazionale a Washington.
“È un atto infame, un atto di odio e un atto di terrorismo”, ha dichiarato Trump durante un discorso in tv.
L’autore dell’attacco è un cittadino afgano che aveva lavorato con le forze armate statunitensi in Afghanistan prima di essere trasferito negli Stati Uniti, secondo i mezzi d’informazione statunitensi.
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La segretaria della sicurezza interna Kristi Noem ha affermato sul social network X che “quest’individuo depravato” era stato ammesso negli Stati Uniti nel settembre 2021, un mese dopo il ritiro precipitoso delle forze statunitense dall’Afghanistan.
Secondo l’emittente Fox News, l’uomo, 29 anni, aveva collaborato con le forze armate statunitensi e con la Cia in Afghanistan.
I mezzi d’informazione l’hanno identificato come Rahmanullah Lakanwal.
Il pomeriggio del 26 novembre l’uomo aveva aperto il fuoco contro un gruppo di soldati della guardia nazionale nel centro di Washington. La guardia nazionale, una forza militare di riservisti, era stata inviata nella capitale da Trump ad agosto, nonostante il parere contrario delle autorità locali.
I due militari colpiti, originari della West Virginia, sono “gravemente feriti”, come anche l’autore dell’attacco, ha affermato Trump sul suo social network Truth Social, definendo quest’ultimo “un animale che la pagherà cara”.
Dalla Florida, dov’era andato per celebrare il Giorno del ringraziamento, il presidente ha lanciato un’invettiva contro l’immigrazione, definendola “la più grande minaccia alla sicurezza nazionale” e rimproverando al suo predecessore democratico Joe Biden di aver “lasciato entrare milioni di stranieri”.
Ha aggiunto che la sua amministrazione “riesaminerà” il caso di tutti gli afgani accolti negli Stati Uniti durante la presidenza Biden.
Poco dopo l’Uscis, un’agenzia federale responsabile dell’immigrazione, ha annunciato “la sospensione immediata e a tempo indeterminato dell’esame delle richieste d’ingresso presentate da cittadini afgani”.
Il segretario della difesa Pete Hegseth ha invece annunciato l’invio di altri cinquecento soldati della guardia nazionale a Washington, portando il totale a più di 2.500.
Negli ultimi mesi Trump aveva inviato la guardia nazionale in varie città amministrate dal Partito democratico, tra cui Los Angeles e Washington, nonostante il parere contrario delle autorità locali, sostenendo che fosse necessario per combattere la criminalità e l’immigrazione irregolare.