Il 13 novembre l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) ha annunciato che alcuni soldati israeliani hanno ucciso nel sud della Cisgiordania due ragazzi di 15 anni, definiti dall’esercito israeliano “terroristi in procinto di compiere un attacco”.

Il ministero della salute palestinese ha riferito del “martirio di Bilal Bahaa Ali Baaran e Mohammad Mahmoud Abu Ayache, uccisi dalle forze d’occupazione questo pomeriggio vicino a Beit Omar, a nord di Hebron”.

In precedenza l’esercito israeliano aveva affermato che “alcuni soldati impegnati nel settore di Karmei Tzur (un insediamento ebraico vicino al villaggio palestinese di Beit Omar, ndr) hanno neutralizzato due terroristi in procinto di compiere un attacco”.

L’esercito non ha fornito ulteriori dettagli sull’episodio, avvenuto in un contesto di aumento delle violenze in Cisgiordania, che secondo le Nazioni Unite a ottobre hanno raggiunto un picco senza precedenti da quasi vent’anni.

Lo stesso giorno il ministero degli esteri dell’Anp ha accusato i coloni israeliani di aver incendiato la moschea Hajja Hamida a Deir Istiya, nel nord della Cisgiordania.

Un fotografo dell’Afp ha riferito di aver visto muri anneriti, graffiti su una parete e copie del Corano bruciate.

“Quest’attacco evidenzia il profondo razzismo dei coloni che agiscono sotto la protezione delle forze di occupazione”, ha affermato il ministero in un comunicato.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha condannato l’attacco alla moschea, definendo “inaccettabile qualsiasi profanazione dei luoghi di culto”.

Il 12 novembre il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Eyal Zamir aveva affermato di voler mettere fine agli attacchi compiuti dai coloni in Cisgiordania, un territorio palestinese in cui più di 500mila israeliani vivono in insediamenti che sono illegali in base al diritto internazionale.

Nelle ultime settimane gli attacchi dei coloni si sono moltiplicati in Cisgiordania, prendendo di mira non solo gli abitanti palestinesi, ma anche gli attivisti israeliani e stranieri che si oppongono all’occupazione, i giornalisti e a volte perfino i soldati israeliani.

Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza almeno 1.005 palestinesi, tra combattenti e civili, sono stati uccisi dai soldati o dai coloni israeliani in Cisgiordania, secondo un conteggio dell’Afp basato sui dati forniti dall’Anp.