I ministri ucraini della giustizia e dell’energia hanno annunciato le loro dimissioni il 12 novembre, su richiesta del presidente Volodymyr Zelenskyj, nell’ambito di uno dei più gravi scandali di corruzione dall’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022.
In precedenza la procura anticorruzione aveva annunciato di aver smantellato un vasto sistema di corruzione nel settore energetico, con cento milioni di dollari di tangenti, orchestrato da uno stretto collaboratore del presidente.
“È inaccettabile che in un momento come quello che stiamo vivendo, tra attacchi russi e blackout, l’illegalità imperversari nel settore energetico”, aveva dichiarato Zelenskyj sui social network, invitando i ministri a dimettersi.
“Ho già spedito la lettera di dimissioni”, ha affermato poco dopo su Facebook la ministra dell’energia Svitlana Hrynchuk, precisando di non aver mai “violato la legge”.
La premier Julija Svyrydenko ha poi dichiarato di aver chiesto al parlamento di convalidare le dimissioni di Hrynchuk e del suo predecessore Herman Halushchenko, l’attuale ministro della giustizia.
Il 14 novembre si terrà una votazione in parlamento per confermare le dimissioni dei due ministri.
La sera del 12 novembre il leader del principale partito d’opposizione, l’ex presidente Petro Porošenko, ha chiesto le dimissioni dell’intero governo.
Il ruolo di Timur Mindich
Lo stesso giorno la procura anticorruzione ha inoltre annunciato l’arresto di varie persone accusate di essere coinvolte nel caso.
L’11 novembre la procura aveva accusato Halushchenko di aver ottenuto “vantaggi personali” in cambio del controllo sui flussi finanziari del settore energetico concesso a un collaboratore del presidente, Timur Mindich.
Sarebbe stato proprio Mindich, che aveva lasciato il paese prima dello scoppio dello scandalo, a mettere a punto il vasto sistema di corruzione intorno all’azienda statale Energoatom.
Lo scandalo ha suscitato un’ondata d’indignazione in Ucraina, dove gli abitanti devono affrontare quotidianamente le interruzioni di elettricità causate dagli attacchi russi alla rete energetica.