Dalla lista nera dell’Fbi alla Casa Bianca: il 10 novembre il presidente statunitense Donald Trump ha ricevuto Ahmed al Sharaa, una prima volta per un capo dello stato siriano e una consacrazione per l’ex jihadista, il cui paese entrerà a far parte della coalizione internazionale contro il gruppo Stato islamico.

“Al Sharaa mi piace molto”, ha commentato Trump dopo l’incontro, che si è svolto lontano dalle telecamere, aggiungendo: “Ha un passato brutale, ma francamente penso che senza un passato brutale non si abbia alcuna possibilità nella vita”.

“Faremo tutto il possibile affinché la Siria abbia successo”, ha dichiarato il presidente statunitense.

Trump aveva già espresso la sua simpatia per il presidente ad interim siriano, che alla guida di una coalizione ribelle aveva deposto il regime di Bashar al Assad nel dicembre 2024, durante il loro primo incontro, avvenuto nel maggio scorso in Arabia Saudita.

Come ampiamente previsto, la visita è stata l’occasione per annunciare l’ingresso della Siria nella coalizione internazionale antijihadista guidata dagli Stati Uniti, il cui obiettivo principale è combattere il gruppo Stato islamico.

“La Siria diventerà il novantesimo membro della coalizione”, ha affermato un funzionario statunitense che ha chiesto di rimanere anonimo, sottolineando che “Damasco distruggerà gli ultimi focolai del gruppo Stato islamico e contrasterà l’afflusso di combattenti stranieri”.

In un’intervista concessa poco prima all’emittente Fox News, Al Sharaa aveva assicurato che la questione doveva ancora essere discussa.

Il dipartimento di stato statunitense ha inoltre annunciato una nuova sospensione semestrale delle sanzioni contro la Siria, in attesa che il congresso le revochi definitivamente.

Le sanzioni, imposte anni fa contro il regime di Bashar al Assad, erano già state sospese una prima volta a maggio.

Gli Stati Uniti hanno anche autorizzato la Siria a riprendere le attività della sua ambasciata a Washington, ha riferito il funzionario.

Washington prevede inoltre di aprire una base militare vicino a Damasco “per coordinare gli aiuti umanitari e monitorare gli sviluppi tra Siria e Israele”, secondo una fonte diplomatica in Siria.

Il 7 novembre gli Stati Uniti avevano ritirato Al Sharaa dalla loro lista nera dei terroristi. Il giorno prima, su iniziativa di Washington, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva revocato le sanzioni contro il presidente ad interim siriano.

Da quando è arrivato al potere, il leader siriano ha rotto con il passato, moltiplicando le aperture verso l’occidente e gli stati della regione, tra cui Israele, con cui il suo paese è teoricamente in guerra.

“Avere una Siria stabile e prospera è molto importante per i paesi della regione”, ha dichiarato Trump sul suo social network Truth Social.