Il 10 novembre le autorità tailandesi e malesi hanno annunciato di aver recuperato almeno 13 corpi e di aver intensificato le operazioni di ricerca dopo il naufragio di un’imbarcazione di migranti partita dalla Birmania.
Secondo le autorità, l’imbarcazione, che si era rovesciata quattro giorni fa, trasportava migranti irregolari provenienti dalla Birmania, tra cui molti rohingya, che facevano parte di un gruppo di almeno trecento persone distribuite su più barche.
Le ricerche sono condotte vicino alla zona in cui la barca si è rovesciata, al largo dell’isola di Ko Tarutao, in Thailandia, pochi chilometri a nord dell’isola turistica di Langkawi, in Malaysia.
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I soccorritori malesi hanno recuperato finora sette corpi, tutti di persone di etnia rohingya, una minoranza musulmana perseguitata in Birmania, ha dichiarato durante una conferenza stampa Romli Mustafa, responsabile dell’agenzia di sicurezza marittima degli stati malesi di Kedah e Perlis.
“Anche le autorità tailandesi stanno conducendo delle operazioni di ricerca e hanno trovato sei corpi”, ha aggiunto.
Secondo il funzionario, almeno dodici imbarcazioni stanno partecipando alle ricerche e si prevede il ritrovamento di altri corpi, dato che un numero imprecisato di persone risulta disperso.
Alcuni giornalisti dell’Afp hanno assistito il 10 novembre allo sbarco di due corpi sull’isola di Langkawi, ma non è chiaro se fossero già compresi nel conteggio ufficiale.
In totale sono state soccorse 13 persone.
Il capo della polizia dell’isola di Langkawi, Khairul Azhar Nuruddin, ha riferito che le sette vittime recuperate dai soccorritori malesi sono sei donne e una ragazza rohingya.
Ogni anno migliaia di rohingya rischiano la vita in lunghi viaggi in mare, spesso a bordo di imbarcazioni di fortuna, nel tentativo di raggiungere la Malaysia o l’Indonesia.