Il 9 ottobre il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato allo scrittore ungherese László Krasznahorkai. Krasznahorkai, 71 anni, è stato premiato “per la sua opera affascinante e visionaria che, in un contesto di terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”, ha affermato la giuria.
Nato il 5 gennaio 1954 a Gyula, nel sudest dell’Ungheria, Krasznahorkai è conosciuto soprattutto nel suo paese e in Germania, dove ha vissuto per anni.
Aveva raggiunto la notorietà già con il suo primo romanzo, Satantango, pubblicato nel 1985 e ambientato in una remota regione rurale.
“Sono molto felice, calmo e nervoso allo stesso tempo”, ha dichiarato alla radio svedese Sr.
Il suo nome circolava da anni come possibile candidato al Nobel.
“Krasznahorkai è un grande scrittore epico, parte di quella tradizione dell’Europa centrale che va da Franza Kafka a Thomas Bernhard, caratterizzata dall’assurdo e dal grottesco. Ma ha più di una freccia al suo arco e si rivolge anche all’oriente, adottando toni più contemplativi e finemente calibrati”, ha dichiarato la giuria.
Cresciuto in una famiglia ebrea della classe media, Krasznahorkai ha tratto ispirazione dalla sua esperienza del comunismo e dai numerosi viaggi che ha intrapreso dopo essere andato a vivere all’estero per la prima volta, nel 1987, a Berlino Ovest, grazie a una borsa di studio.
Krasznahorkai, secondo scrittore ungherese a vincere il Nobel per la letteratura dopo Imre Kertész nel 2002, ha citato Kafka, Jimi Hendrix e la città di Kyoto come fonti d’ispirazione.
Il premio è accompagnato da un assegno di undici milioni di corone svedesi (circa un milione di euro).
Sia da Satantango sia da Melancolia della resistenza, entrambi pubblicati in Italia da Bompiani, sono stati tratti dei film. A girarli è stato il regista ungherese Béla Tarr, con cui Krasznahorkai ha collaborato a lungo, scrivendo anche la sceneggiatura del suo ultimo film, Il cavallo di Torino (2011).