L’ex capo dello stato Peter Mutharika, 85 anni, ha vinto le elezioni presidenziali del 16 settembre in Malawi, un paese povero dell’Africa meridionale colpito da una grave crisi economica, ottenendo quasi il 57 per cento dei voti al primo turno.
La sera del 24 settembre la commissione elettorale ha annunciato che Mutharika ha ottenuto il 56,8 per cento dei voti, contro il 33 per cento del presidente uscente Lazarus Chakwera, che poche ore prima aveva riconosciuto pubblicamente la sconfitta.
Prima dell’annuncio della commissione elettorale, i sostenitori di Mutharika e del suo Partito progressista democratico (Dpp) erano scesi in piazza a festeggiare.
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Mutharika, presidente dal 2014 al 2020, aveva promesso in campagna elettorale un “ritorno a un governo collaudato”, criticando la gestione dell’economia di Chakwera, 70 anni, leader del Partito del congresso del Malawi (Mcp).
Negli ultimi anni l’inflazione ha raggiunto il 33 per cento, facendo impennare i prezzi del mais, un alimento di base nella dieta dei malawiani, e dei fertilizzanti.
Chakwera non ha mantenuto la promessa di creare un milione di posti di lavoro e di combattere la corruzione, in un paese in cui più del 70 per cento degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà.
L’Mcp, il più antico partito del Malawi, ha però affermato di avere le prove di gravi irregolarità durante le operazioni di voto.
“Queste anomalie non significano necessariamente che il risultato elettorale non sia credibile o non rifletta la volontà del popolo”, ha dichiarato Chakwera il 24 settembre.
Secondo i principali analisti politici, gli elettori hanno scelto Mutharika perché nel suo primo mandato aveva consolidato l’economia del paese, riportando l’inflazione a una cifra, anche quel periodo era stato segnato da accuse di corruzione, dalle carenze alimentari e da un debito pubblico in aumento.