Il 23 settembre una commissione del parlamento europeo ha raccomandato il mantenimento dell’immunità parlamentare per il leader dell’opposizione ungherese Péter Magyar e per l’attivista antifascista italiana Ilaria Salis.

Le due richieste di revoca dell’immunità erano state presentate dal governo ungherese, ma sono state respinte dagli eurodeputati presenti in commissione, in attesa di una votazione finale del parlamento europeo in seduta plenaria.

Magyar, il principale avversario del primo ministro ungherese Viktor Orbán, è in testa ai sondaggi in vista delle elezioni legislative che si terranno in Ungheria nel 2026.

Tra le altre cose, è accusato di furto per aver strappato il telefono a un uomo che lo stava filmando in un locale notturno.

Magyar ha più volte definito l’indagine una “farsa”.

L’eurodeputata di sinistra Ilaria Salis è invece accusata da Budapest di aver partecipato a un attacco contro i partecipanti a un raduno neonazista a Budapest. Salis ha definito la votazione in commissione “un segnale importante e positivo”.

Arrestata nel febbraio 2023, Salis era comparsa all’inizio del 2024 davanti alla giustizia ungherese in catene, suscitando un’ondata d’indignazione in Italia.

Dopo più di un anno di detenzione preventiva, in condizioni che lei ha definito “disumane e degradanti”, le erano stati concessi gli arresti domiciliari. Era stata poi rilasciata dopo la sua elezione al parlamento europeo, nel giugno 2024.

Il caso Salis aveva riacceso il dibattito sull’indipendenza della magistratura in Ungheria, che secondo Bruxelles non è più garantita da quando Orbán è tornato al potere nel 2010.