La Bielorussia ha rilasciato l’11 settembre 52 prigionieri politici, tra cui lo storico oppositore Mikola Statkevich e un membro del personale dell’Unione europea (Ue), grazie a un accordo concluso con gli Stati Uniti.
Tra il 2020 e il 2021 decine di migliaia di bielorussi avevano partecipato a un’ondata di proteste contro la rielezione, considerata fraudolenta, del presidente Aleksandr Lukašenko, al potere da più di trent’anni in questo paese dell’Europa orientale alleato della Russia.
Centinaia di manifestanti erano stati arrestati e condannati a pesanti pene detentive nell’ambito di una brutale repressione, mentre migliaia di persone erano fuggite all’estero.
Negli ultimi mesi il presidente statunitense Donald Trump aveva però esercitato forti pressioni su Lukašenko per ottenere la liberazione degli oltre mille prigionieri politici che, secondo le organizzazioni per i diritti umani, sono ancora dietro le sbarre.
Secondo l’ong Viasna, tra le persone rilasciate l’11 settembre c’è Statkevich, 69 anni, che si era candidato contro Lukašenko nelle elezioni presidenziali del 2010.
Arrestato più di cinque anni fa, era detenuto in isolamento da più di due anni e mezzo, e i suoi familiari non avevano più avuto sue notizie.
È stato rilasciato anche Mihalai Khilo, un membro del personale della delegazione dell’Ue a Minsk, insieme a nove giornalisti e blogger, tra cui Ihar Losik, un corrispondente di Radio Free Europe/Radio Liberty, un mezzo d’informazione finanziato dagli Stati Uniti.
“Gli Stati Uniti sono felici per la liberazione di un gruppo di prigionieri politici in Bielorussia grazie all’intervento del presidente Trump”, ha dichiarato all’Afp un funzionario statunitense che ha chiesto di restare anonimo.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha invece espresso sul social network X la sua soddisfazione per il rilascio di Khilo.
Secondo l’agenzia di stampa statale bielorussa Belta, tra le 52 persone liberate ci sono 14 stranieri: sei lituani, due lettoni, due polacchi, due tedeschi, un francese e un britannico.
La maggior parte delle persone liberate ha raggiunto la Lituania, che ospita una folta comunità bielorussa.
Il giorno stesso della liberazione un funzionario statunitense, John Coale, aveva effettuato una visita ufficiale a Minsk, durante la quale aveva annunciato la revoca delle sanzioni contro la compagnia aerea statale bielorussa Belavia.
“Il rilascio di 52 prigionieri politici è una bellissima notizia, ma non dobbiamo dimenticare che più di 1.200 sono ancora dietro le sbarre”, ha dichiarato su X Svetlana Tichanovskaja, leader dell’opposizione bielorussa in esilio.