Il 4 settembre l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha denunciato la sospensione a tempo indeterminato delle elezioni in Mali e l’intensificarsi della repressione della società civile.
“Le leggi approvate negli ultimi mesi rischiano di compromettere il rispetto dei diritti umani in Mali per molti anni. Esorto quindi le autorità di transizione a revocarle immediatamente”, ha affermato in un comunicato.
A luglio il capo della giunta militare al potere, il generale Assimi Goita, aveva promulgato una legge che gli concedeva un mandato di cinque anni rinnovabile senza elezioni, permettendogli di fatto di diventare presidente del Mali.
Due mesi prima la giunta aveva messo fuori legge “i partiti e le associazioni che svolgono attività di natura politica”.
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“Questi cambiamenti hanno chiuso la porta alla possibilità che nel prossimo futuro si possano tenere elezioni democratiche in Mali, violando il diritto dei cittadini di partecipare alla vita pubblica, votare e candidarsi a cariche elettive”, ha dichiarato Türk.
Arrivati al potere in seguito a due colpi di stato successivi nel 2020 e nel 2021, i militari si erano impegnati a restituire il potere ai civili entro marzo del 2024, ma non hanno mantenuto la promessa.
Inoltre, negli ultimi anni un numero crescente di giornalisti e attivisti per i diritti umani è stato rapito o detenuto arbitrariamente.
“Il netto aumento degli arresti di persone che si erano limitate a esprimere le loro opinioni, sulla base di generiche accuse di attentato alla credibilità dello stato, è molto preoccupante”, ha affermato Türk, chiedendo la liberazione immediata e incondizionata di tutte le persone detenute arbitrariamente.
“L’uso strumentale della legge per reprimere qualunque forma di dissenso è inaccettabile”, ha aggiunto.
Dal 2012 il Mali deve affrontare la violenza dei gruppi jihadisti legati ad Al Qaeda e al gruppo Stato islamico.
L’esercito maliano e i suoi alleati, i mercenari russi di Africa corps, impegnati nella lotta ai gruppi jihadisti, sono regolarmente accusati di violenze contro i civili e violazioni dei diritti umani.