La sera del 10 giugno nuovi scontri tra manifestanti e polizia, definiti “a sfondo razziale”, si sono verificati a Ballymena, in Irlanda del Nord, dopo l’incriminazione di due adolescenti per un tentativo di stupro.

Il giorno prima i manifestanti avevano incendiato alcune case e ferito quindici poliziotti a Ballymena, una cittadina di 31mila abitanti con una forte presenza di immigrati.

Il 10 giugno centinaia di manifestanti, molti dei quali con il volto coperto, hanno lanciato fuochi d’artificio e bottiglie di vetro contro la polizia, che ha usato un cannone ad acqua per respingerli.

Alcuni disordini sono stati segnalati anche a Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord.

Secondo i mezzi d’informazione britannici, due ragazzi di 14 anni erano comparsi in tribunale il 9 giugno per un tentativo di stupro risalente a due giorni prima, ed erano stati interrogati in presenza di un interprete romeno.

Le violenze erano scoppiate dopo una manifestazione di sostegno alla vittima e ai suoi familiari.

“È stato pazzesco”

Un uomo di 29 anni è stato arrestato il 10 giugno con l’accusa di aver compiuto atti violenti contro la polizia.

“Queste violenze sono chiaramente a sfondo razziale: hanno preso di mira una minoranza etnica, oltre alla polizia”, ha dichiarato Ryan Henderson, un alto funzionario della polizia.

“È stato pazzesco, all’improvviso è arrivato un gruppo di persone e ha dato fuoco alla casa davanti alla mia”, ha dichiarato all’Afp Cornelia Albu, 52 anni, una cittadina romena.

Il governo britannico ha definito le violenze “molto preoccupanti” ed espresso la sua solidarietà alle persone prese di mira e ai poliziotti rimasti feriti.

L’estate scorsa l’Irlanda del Nord, come altre zone del Regno Unito, era stata scossa da rivolte antimmigrazione in seguito all’omicidio di tre bambine in un attacco con coltello nel nordovest dell’Inghilterra.