Intensi combattimenti sono stati segnalati il 30 gennaio a Khan Yunis, la principale città nel sud della Striscia di Gaza, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres sta cercando di convincere i donatori a continuare a sostenere l’Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), finita al centro delle polemiche.
Alcuni testimoni hanno riferito di attacchi israeliani nel corso della notte nel sud e nel centro della Striscia di Gaza, mentre la Mezzaluna rossa palestinese ha segnalato colpi di artiglieria intorno all’ospedale Al Amal a Khan Yunis.
Il ministero della salute di Hamas ha affermato che almeno 128 persone sono morte nei bombardamenti tra la sera del 29 gennaio e la mattina del 30.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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“Nelle ultime settimane le nostre operazioni si sono concentrate su Khan Yunis, che consideriamo la ‘capitale’ di Hamas nel sud della Striscia di Gaza”, ha dichiarato Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano, aggiungendo che “più di duemila terroristi sono stati eliminati in città”.
La sera del 29 gennaio il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che “abbiamo cominciato a spostare una parte dei soldati dalla Striscia di Gaza verso il nord d’Israele in preparazione di ciò che verrà dopo”, riferendosi al confine con il Libano, dove continuano gli scambi a fuoco con il gruppo Hezbollah, alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran.
Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, nella notte alcuni missili israeliani hanno colpito una base di Hezbollah e dei Guardiani della rivoluzione iraniani alla periferia della capitale siriana Damasco, causando la morte di otto persone.
Intanto, continuano le polemiche sull’Unrwa dopo che Israele ha accusato dodici dei trentamila dipendenti regionali dell’agenzia delle Nazioni Unite di essere coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Dodici paesi, tra cui Stati Uniti, Canada e Germania, hanno sospeso i finanziamenti in attesa di chiarimenti.
Il segretario di stato statunitense Antony Blinken ha invitato il 29 gennaio l’agenzia a procedere con urgenza a un’indagine interna, pur riconoscendo che il suo lavoro a Gaza è “assolutamente necessario”.
Il blocco dei finanziamenti è stato fortemente criticato dai palestinesi e dalle ong, mentre il ministro degli esteri Yisrael Katz ha cancellato un incontro previsto per il 31 gennaio con il direttore dell’Unrwa Philippe Lazzarini, chiedendo le sue dimissioni.
Guterres incontrerà il 30 gennaio a New York i rappresentanti dei paesi donatori per convincerli a riprendere i finanziamenti, anche perché la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza continua ad aggravarsi.
“Senza questi finanziamenti le condizioni degli abitanti della Striscia di Gaza si aggraveranno ulteriormente”, ha affermato Stéphane Dujarric, portavoce di Guterres.
Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 26.637 persone, più dell’1 per cento della popolazione del territorio. L’attacco di Hamas del 7 ottobre ha invece causato circa 1.140 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.