Sono un uomo (ammesso che importi qualcosa) amico di una donna sposata, Jane, e di suo marito, Peter. L’amicizia è più stretta con Jane che con Peter. Jane e io ci conosciamo da anni, facciamo lo stesso lavoro. La frequentavo già prima che sposasse Peter e siamo più uniti. Ma anche Peter è diventato un mio amico dopo il loro matrimonio. Abbiamo in comune alcuni interessi tipicamente “da maschi”, e a volte abbiamo un rapporto quasi fraterno. Jane e io, invece, siamo tipi un po’ stravaganti e “intellettuali”.
Jane ha una relazione con Martin, che conosce da quando era ragazza. So della relazione perché Jane me ne parlò anni fa. Di fatto, questa storia era già cominciata durante il primo matrimonio di Jane, me lo ha confidato dopo il divorzio dal primo marito (che non conoscevo). Jane considera Martin la sua vera “anima gemella”, e forse ha ragione. Peter non sa nulla della relazione. Se lo scoprisse, credo che divorzierebbe subito.
Jane e Martin probabilmente non staranno mai insieme davvero. Martin è sposato, ha dei figli e vive in un altro paese, e né lui né Jane possono trasferirsi perché la loro carriera ne risentirebbe. Quando Martin viene negli Stati Uniti una o due volte all’anno per lavoro, lui e Jane passano un fine settimana insieme, di solito in un albergo. Quando succede, Jane mente a Peter: gli dice che deve partire per un viaggio di lavoro.
Non giudico la vita sessuale degli altri e ho idee molto liberali, ma l’adulterio mi mette a disagio perché implica la necessità di dire bugie. Di recente, infatti, mi sono ritrovato a mentire a Peter per coprire la relazione di Jane. Per caso, mentre eravamo a cena insieme, è saltato fuori l’argomento del “viaggio di lavoro” di Jane, e improvvisamente ho dovuto scegliere tra tenere il gioco a Jane, sputare fuori la verità oppure cavarmela goffamente con una scusa. Jane ha detto qualcosa tipo: “Hai ricevuto le foto del Golden gate bridge che ti ho mandato?”, e io sapevo benissimo che non era stata a San Francisco. “Sì, erano splendide”, ho risposto.
Cosa dovrei fare? Se continuo a essere amico di Jane e Peter, in qualche modo finisco per mentire a Peter, che è comunque un amico. Ma non spetta a me dirgli della relazione. Se prendo le distanze da tutti e due, ho la sensazione di scegliere la scelta etica che mi lascia “le mani pulite”, ma non produce nulla di concreto. A che servirebbe?
E probabilmente la cosa più strana è che, sotto sotto, penso che questa storia possa fare bene a tutti. Quello di Jane e Peter è un matrimonio riuscito, e Jane ha bisogno di questo sfogo con Martin. Forse lasciare che la menzogna vada avanti è la soluzione migliore. Ma a volte immagino un finale diverso: Peter lo scopre dopo molti anni, il matrimonio è distrutto, lui è profondamente ferito e mi dice: “Tu l’hai sempre saputo e l’hai aiutata a mentirmi per tutti questi anni?”. E io non saprei cosa rispondere.–Lettera firmata
Intellettuali eccentrici. Tradimento coniugale. Sembra di essere finiti in un romanzo di Iris Murdoch. Vediamo se riusciamo a sbrogliare la trama. Primo: sì, importa che tu sia un uomo. Quello che dobbiamo agli altri dipende in parte da ciò che si aspettano da noi, e questo a sua volta dipende dalle convenzioni sociali che guidano i diversi tipi di relazione. Il tuo legame con Peter, per come lo descrivi, non sembra particolarmente profondo. Probabilmente non si aspetta che tu condivida con lui dei segreti. Tuttavia, non condividere dettagli personali è una cosa, non dirgli che la moglie lo tradisce è un’altra. È un tradimento del vostro rapporto, e favorire l’inganno di Jane è un tradimento ancora più grave.
D’altra parte, rivelare a Peter cosa sta facendo sua moglie significherebbe tradire un altro rapporto: quello con Jane. Il vostro è un legame di vecchia data e siete più intimi. Perciò ti trovi a dover scegliere fra due tradimenti. E nella “morra cinese” delle relazioni, la lealtà che devi a lei batte quella che devi a lui. Puoi anche cercare di valutare che conseguenze avrebbe svelare il segreto di Jane. Certo, la menzogna avrebbe fine. Ma tu sei convinto che finirebbe anche il matrimonio, che giudichi riuscito. E visto che Jane e Martin non possono stare insieme, potresti pensare che non ci guadagnerebbe nessuno. Questo esito prevedibile, insieme alla natura del tuo legame con Jane, pesa a favore della tua decisione di mantenere il silenzio.
Ma la questione non si chiude qui. Quello che non sappiamo può farci male comunque. Il matrimonio di Peter può sembrargli felice, ma c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Jane non gli è fedele. Quindi non solo gli sta mentendo, ma sta anche tradendo i loro impegni reciproci, impegni che l’istituzione pubblica del matrimonio onora e intende proteggere. Allo stesso tempo, tenere Peter all’oscuro è paternalistico, quindi irrispettoso. Oltretutto Jane ti sta attirando nella sua rete di falsità e tu hai tutto il diritto di esserne irritato (puoi almeno essere sincero con Jane su questo: sul tuo disagio nel mantenere questa finzione). E poi devi chiederti se una vita di inganno continuo non sia un peso anche per lei. Eppure, come dici tu, porre fine alla vostra amicizia non risolve nulla.
Naturalmente, tutto questo presuppone che la tua lettura della situazione sia corretta: nessuno sa davvero cosa succede nei matrimoni degli altri. È possibile che, dopo aver affrontato la verità, Jane e Peter riescano a creare un legame più autentico, più puro, reso ancora più forte dalla frattura ricomposta (anche se non ci scommetterei). Forse Peter si rende già conto che qualcosa non va.
Ma se la tua valutazione è corretta, ti trovi in una situazione moralmente compromessa, una di quelle in cui la cura è peggiore del male. Come succede anche troppo spesso, non c’è modo di sfuggire alla rete. È un vicolo cieco angosciante. Il “narcisismo morale” consiste nel preoccuparsi più di avere la coscienza a posto che dell’impatto delle proprie azioni sulla vita degli altri. La sensibilità che dimostri davanti a questa insidia è ammirevole. Così come è ammirevole che il tuo comportamento, per quanto sia l’opzione meno peggiore, continui a turbarti. La vita è un caos e spesso la scelta migliore porta con sé qualcosa di deplorevole.
Suppongo che sia tutto racchiuso nel titolo del grande dipinto di Agnolo Bronzino che affascinava uno dei personaggi di Iris Murdoch: Venere, Cupido, follia e tempo (o Allegoria del trionfo di Venere). Se un giorno Peter ti chiederà perché hai aiutato Jane a nascondergli il suo tradimento, potrai dirgli la verità. Non ti perdonerà. Ma forse, in qualche modo, potrebbe capirti.
(Traduzione di Gigi Cavallo)
Il consulente etico è una rubrica del New York Times Magazine su come comportarsi di fronte a un dilemma morale. Qui ci sono tutte le puntate.
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