I Radiohead hanno sempre amato le mosse a sorpresa. E l’annuncio del loro imminente tour in Europa e nel Regno Unito, che toccherà anche l’Italia, è in linea con questa tradizione. Con un’email piuttosto stringata la band britannica ha dichiarato che tornerà a suonare dal vivo dopo sette anni di pausa, confermando indiscrezioni che circolavano da qualche giorno. Il quintetto di Oxford si esibirà solo in cinque città, dove farà più di un concerto, per un totale di venti: il 4, 5, 7 e 8 novembre alla Movistar Arena di Madrid; il 14, 15, 17 e 18 novembre all’Unipol Arena di Bologna; il 21, 22, 24 e 25 novembre alla O2 di Londra; il 1, 2, 4 e 5 dicembre alla Royal Arena di Copenaghen; l’8, 9, 11 e 12 dicembre alla Uber Arena di Berlino.

Si tratta di spazi al chiuso. I biglietti si potranno comprare solo registrandosi nell’arco di sessanta ore sul sito dei Radiohead. La vendita comincerà il 12 settembre. Questa mossa, ha fatto sapere la band, è stata studiata per contrastare il bagarinaggio online e i bot per gli acquisti automatici. Sul sito, inoltre si legge che “Non saranno annunciate altre date. Questi sono gli unici concerti che i Radiohead terranno per ora. La band spera di poter fare altri concerti altrove in futuro”.

“L’anno scorso ci siamo ritrovati per provare, tanto per farlo. Dopo una pausa di sette anni, è stato bellissimo tornare a suonare i brani e riconnettersi con un’identità musicale che è diventata parte profonda di tutti e cinque. Questo ci ha anche fatto venire voglia di suonare qualche concerto insieme, quindi speriamo che possiate venire a una delle prossime date. Per ora saranno solo queste, ma chissà dove ci porteranno”, ha dichiarato il batterista Philip Selway nel comunicato che accompagna i dettagli sulla tournée.

La scelta di affidare l’unica dichiarazione contenuta nell’annuncio a Selway, solitamente il musicista meno esposto del quintetto, è l’ennesima dimostrazione di quanto i Radiohead amino mandare in cortocircuito i meccanismi della comunicazione.

Test dal vivo

L’ultimo tour dei Radiohead risale al 2018 ed era quello legato alla pubblicazione dell’album A moon shaped pool. Thom Yorke e compagni, al momento, non hanno spiegato che tipo di concerti saranno quelli di novembre e dicembre: faranno solo pezzi vecchi o eseguiranno degli inediti? Bisogna aspettarsi un nuovo album nei prossimi mesi? Il mese scorso hanno pubblicato in digitale una raccolta di brani registrati dal vivo intitolata Hail to the thief live recordings 2003-2009, che celebrava il disco del 2003 Hail to thief.

Ma conoscendo i Radiohead è difficile che le esibizioni in programma tra due mesi siano legate a una semplice celebrazione del passato. Azzardo un pronostico: il gruppo suonerà dei brani nuovi, testandoli dal vivo in vista della registrazione in studio. In passato i Radiohead hanno usato già diverse volte le esibizioni dal vivo come occasione per affinare delle composizioni inedite: era già successo nel 2000 con il tour precedente alla pubblicazione di Kid A e Amnesiac, i dischi della loro svolta elettronica, e si è ripetuto nel 2006 con i brani di In rainbows, l’album pubblicato nel 2007 sul loro sito con prezzo a offerta libera.

I concerti della band in Europa, inoltre, arriveranno a pochi mesi di distanza da una serie di polemiche legate alla crisi in Medio Oriente. Il 30 ottobre a Melbourne, in Australia, mentre stava tenendo un concerto solista, Thom Yorke è stato interrotto da un contestatore in mezzo al pubblico che gli chiedeva di prendere una posizione chiara sul massacro compiuto dall’esercito israeliano a Gaza, ottenendo dal cantante una risposta molto infastidita.

In seguito Yorke ha pubblicato un post sulla sua pagina Instagram per spiegare le sue ragioni: nel messaggio ha chiesto alla comunità internazionale di fermare “Netanyahu e la sua banda di estremisti” e ha definito il blocco degli aiuti umanitari “raccapricciante”. Al tempo stesso, ha aggiunto: “Lo slogan indiscutibile ‘Free Palestine’ che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti liberati?”.

A giugno il movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), una campagna globale per fare pressione politica ed economica su Israele per mettere fine all’occupazione dei territori palestinesi, ha invitato le persone a disertare i futuri tour dei Radiohead dopo che il chitarrista Jonny Greenwood aveva registrato un disco e si era esibito con il musicista israeliano Dudu Tassa, che in passato ha tenuto un concerto per i soldati dell’esercito di Tel Aviv.

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