26 febbraio 2024 12:13
  • Negli ultimi novant’anni solo cinque donne hanno vinto un importante premio per la matematica. Il 30 gennaio Claire Voisin è stata la prima donna a vincere il Crafoord prize in mathematics. Aveva già condiviso lo Shaw prize nel 2017. Lo scorso anno Ingrid Daubechies ha ricevuto il Wolf prize. Karen Keskulla Uhlenbeck ha vinto l’Abel prize in 2019 e Maryna Viazovska la Fields medal nel 2022. Anche Maryam Mirzakhani ha vinto due premi, la Fields medal nel 2014 e, postumo, il Breakthrough prize nel 2020. Questi premi di matematica sono stati assegnati 217 volte, quasi sempre a uomini. Negli ultimi tempi qualcosa è cominciato a cambiare, scrive Sarah Wild sulla rivista scientifica Nature. I premi dovrebbero riflettere la comunità scientifica, ma non è chiaro quante donne intraprendano la professione. Secondo l’American mathematical society, tra il 25 e il 30 per cento dei nuovi dottori di ricerca sono donne. Le autrici di articoli di matematica di alto livello sono meno del 10 per cento. Una maggiore visibilità delle donne potrebbe aiutare a ridurre il divario con gli uomini in questo campo.
  • Città più verdi, un lusso o una necessità? La visione novecentesca della “città giardino” è superata? Oppure è necessario riadattare e riprogettare le città per affrontare gli effetti del cambiamento climatico? La rivista Nature esamina il ruolo degli alberi e dei parchi nelle aree urbane.
  • A seguito di piogge torrenziali in California si è di nuovo formato un lago nella Death Valley, il luogo più arido degli Stati Uniti.
  • Nel febbraio del 1987 è stata osservata l’esplosione di una stella con una grande massa, l’evento sn1987a. Le nuove osservazioni del telescopio spaziale James Webb confermano che dell’evento rimane una stella di neutroni.
  • È stato individuato un quasar, che sarebbe l’oggetto più luminoso mai osservato. Il quasar è alimentato da un buco nero supermassiccio, con una massa 17 miliardi di volte quella del Sole e un ritmo di crescita record.
  • Uno studio ha spiegato come fanno le balene a emettere suoni. Questi mammiferi marini usano una laringe modificata. Un modello ricostruito della laringe corrisponde alle vocalizzazioni a bassa frequenza degli animali e spiega perché le balene sono vulnerabili al rumore di origine antropica.
  • Alcune modifiche evolutive, avvenute oltre cento milioni di anni fa, potrebbero aver permesso ai serpenti di diversificarsi, moltiplicarsi e adattarsi a molti ambienti, dopo la scomparsa dei dinosauri.
  • La sindrome da fatica cronica potrebbe dipendere dal cervello. Sono presenti però anche alterazioni a livello immunitario e di altro tipo.
  • La febbre virale Lassa provoca più vittime del virus ebola, ma è meno conosciuta. Secondo l’Oms, è tra le patologie con un potenziale pandemico alle quali bisogna dedicare risorse.
  • Il cervello degli adolescenti potrebbe avere un vantaggio evolutivo nascosto. Potrebbe essere predisposto alle nuove esperienze, come visitare posti sconosciuti.
  • Si è posato sulla Luna Odysseus, il primo lander privato ad arrivare sul nostro satellite.

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