New York, 22 aprile 2024. Le tende dei manifestanti davanti alla Columbia university. (Mark Peterson, Redux/Contrasto)

“Tutto questo mi ricorda le università tedesche negli anni trenta”, ha detto il 24 aprile il premier israeliano Benjamin Netanyahu riferendosi alle proteste nei campus statunitensi. Netanyahu ha anche evocato “un’ondata di antisemitismo”.

Gli ha risposto il senatore statunitense Bernie Sanders. E le sue parole sono importanti. Perché Sanders è uno dei principali esponenti della sinistra del Partito democratico e perché è ebreo.

“No, signor Netanyahu, non è antisemita o pro-Hamas sottolineare che in poco più di sei mesi il suo governo estremista ha ucciso 34mila palestinesi e ne ha feriti 77mila, il 70 per cento dei quali donne e bambini.

Non è antisemita sottolineare che i vostri bombardamenti hanno distrutto 221mila abitazioni a Gaza, lasciando senza casa un milione di persone, quasi la metà della popolazione.

Non è antisemita notare che il suo governo ha cancellato le infrastrutture civili di Gaza, comprese elettricità, acqua e fognature.

Non è antisemita rendersi conto che il suo governo ha distrutto il sistema sanitario di Gaza, rendendo inutilizzabili 26 ospedali e uccidendo 400 operatori sanitari.

Non è antisemita condannare la distruzione di tutte le dodici università di Gaza e di 56 scuole, con altre centinaia danneggiate e 625mila studenti senza istruzione.

Non è antisemita essere d’accordo con le organizzazioni umanitarie nell’affermare che il suo governo, in violazione della legge americana, ha irragionevolmente bloccato gli aiuti umanitari destinati a Gaza, creando le condizioni in cui centinaia di migliaia di bambini sono malnutriti e rischiano la carestia.

Signor Netanyahu, l’antisemitismo è una forma vile e disgustosa d’intolleranza che ha causato danni indicibili a molti milioni di persone. Ma, per favore, non insulti l’intelligenza del popolo americano cercando di distrarci dalle politiche di guerra immorali e illegali del suo governo estremista e razzista.

Non usi l’antisemitismo per sviare l’attenzione dalle accuse che sta affrontando nei tribunali israeliani. Non è antisemita ritenerla responsabile delle sue azioni”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati