L’8 maggio il conclave ha annunciato l’elezione di Robert Francis Prevost alla carica di papa con il nome di Leone XIV, il primo pontefice di origine statunitense. Lo storico della chiesa Massimo Faggioli spiega le continuità e le rotture con il papato di Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, un riformatore della chiesa che, tra le altre cose, ha messo fine all’aperta ostilità dell’autorità romana verso il pensiero di sinistra.

Come definirebbe in poche parole il nuovo papa?

C’è una chiesa globale allergica ai progetti nazionalisti, anche per ragioni politiche”

È un papa panamericano, un papa delle Americhe, al plurale. È un cattolico globale, è nato negli Stati Uniti ed è stato missionario in America Latina. Ha anche la cittadinanza peruviana. Ha lavorato in Vaticano aiutando papa Francesco nella scelta dei nuovi vescovi, un ruolo cruciale. Cosa più importante di tutte, è il primo papa proveniente dagli Stati Uniti. Con lui è stato infranto un tabù. Pochissime persone se lo aspettavano. Era complicato immaginare un papa proveniente dalla superpotenza mondiale. Francesco però ha cambiato così tante cose da contribuire a infrangere questo tabù.

Leone XIV viene definito erede di Francesco. È una descrizione precisa?

È stato eletto dalla maggioranza dei cardinali nominati da Francesco. Ma Leone XIV non è un Francesco II. Alcune cose saranno diverse, su questo non c’è dubbio. Sarà una sfida per i cattolici di destra negli Stati Uniti, ma anche, in modo diverso, per i cattolici liberal che pensavano che papa Francesco fosse d’accordo con loro in tutto.

Prevost è un agostiniano. Rispetto ai gesuiti come Bergoglio sono un po’ più scettici verso la modernità, il mondo secolare e la politica. Sarà interessante vedere come inquadrerà diverse questioni. È però chiaro che il suo agostinismo è molto diverso da quello di JD Vance e di molti vescovi statunitensi.

Folha de S.Paulo, Brasile. Leone XIV, il primo papa degli Stati Uniti
El Espectador, Colombia. Un leone di pace
Gazeta Wyborcza, Polonia. Il nuovo papa è americano
Libération, Francia. Leone al balcone

Francesco ha spostato la posizione geopolitica del Vaticano avvicinandola al sud globale e alla Cina, soprattutto attraverso un contestato accordo con Pechino per la nomina dei vescovi. Leone XIV seguirà questa idea di una chiesa meno concentrata sull’occidente?

L’idea universale del cattolicesimo continuerà, questo è certo. Prevost incarna un’idea di cattolicesimo antinazionalista, a questo ha dedicato tutta la sua vita. Si tratta di un aspetto su cui il cattolicesimo ha mostrato coerenza negli ultimi due secoli: c’è una chiesa globale che è allergica ai progetti nazionalisti, per ragioni teologiche e politiche. Penso che in questo ci sarà continuità. Francesco aveva una naturale propensione per l’Asia. Da giovane gesuita voleva essere missionario in Giappone. I suoi viaggi più interessanti sono stati quelli compiuti in Asia e in Medio Oriente. Vedremo su che tipo di mappa del mondo lavorerà Prevost.

E i conflitti in cui gli Stati Uniti giocano un ruolo centrale, come quello a Gaza o in Ucraina? Leone XIV manterrà la posizione critica e indipendente di Francesco?

Staremo a vedere. Leone XIV avrà bisogno di un forte sostegno della curia. Il segretario di stato di Francesco (l’equivalente di un primo ministro), Pietro Parolin, continuerà probabilmente a essere il principale diplomatico del Vaticano. Non sappiamo cosa significhi avere un papa statunitense rispetto alla possibilità di trattare con la Russia, Israele, il mondo arabo o la Cina. È un quadro nuovo.

Prevost ha criticato pubblicamente Vance per un’interpretazione ostile ai migranti del messaggio cattolico. Leone XIV sarà critico ed esplicito contro l’estrema destra e le politiche xenofobe come lo è stato Francesco?

Nel suo messaggio, sì. Nel suo stile mi aspetto qualcosa di diverso, un atteggiamento meno personale, meno basato sull’istinto, più mediato attraverso i canali istituzionali. Alcuni linguaggi e simboli cambieranno. Essendo statunitense è nella posizione di parlare ai politici e al governo di Washington in modi preclusi a un gesuita argentino. Li conosce e non possono accusarlo di non sapere niente degli Stati Uniti o di essere antiamericano. Lui sa cosa sta succedendo negli Stati Uniti, dai suoi messaggi sui social si capisce chiaramente che ne è consapevole.

In una dichiarazione del 2012 Prevost ha assunto una posizione ostile verso le persone lgbt+. Secondo lei quali sono oggi le sue idee sulla diversità sessuale?

El País, Spagna. Leone XIV, sulla scia di Francesco
Nrc, Paesi Bassi. Un americano in Vaticano
Público, Portogallo. La chiesa volta pagina ma mantiene la rotta con Leone XIV
New York Post, Stati Uniti. Il papa di Chicago

Penso che ci sia una differenza tra il modo di parlare dei preti e quello di un papa. Mi aspetto delle nuove risposte in merito. I liberal statunitensi dovranno però capire che le loro posizioni sulle questioni legate al genere e alla morale sessuale non coincidono con la posizione del papato. Non sappiamo se Leone XIV sarà più conservatore, ma è chiaro che non sarà un Francesco II su questi temi.

Francesco ha nominato per la prima volta una donna per uno dei ministeri vaticani. Prevost continuerà ad ampliare il ruolo delle donne nella chiesa?

Scegliere donne per ruoli dirigenziali, come ha fatto Francesco, è facile. Il difficile è ammettere le donne al diaconato (i diaconi sono il ministero precedente al sacerdozio: possono battezzare, guidare i fedeli nella preghiera, celebrare matrimoni ed esequie). Francesco era contrario. Vedremo se Prevost continuerà a nominare donne in altri incarichi e procederà in una direzione più lungimirante. Questo è uno dei campi in cui potrebbero esserci differenze tra i due papi: potremmo essere sorpresi in un modo o nell’altro.

Francesco ha approvato norme più severe per prevenire gli abusi sessuali nella chiesa. Leone XIV continuerà su questa via?

Papa Francesco ha fatto qualcosa di importante. Si tratta però di un progetto che deve continuare. Grazie alle sue origini statunitensi Leone ha un punto di vista che Francesco non aveva. Gli Stati Uniti hanno una storia particolare di abusi e insabbiamenti, scandali che hanno radicalmente cambiato la chiesa locale. Ci saranno maggiori aspettative nei suoi confronti: il primo papa statunitense deve dimostrare di comprendere il problema e di poter fare più di quanto abbia fatto Francesco.

Il papa argentino ha difeso una chiesa più democratica, in cui i fedeli dovrebbero avere un ruolo più importante, all’interno del concetto di “sinodalità”. Qual è la posizione di Leone XIV su questo argomento?

Ha partecipato al sinodo (un’assemblea convocata per discutere il futuro della chiesa), dove ha fatto una buona impressione. Nel suo primo discorso da papa ha parlato di sinodalità. Tutto dipende da come lo si interpreta: il ruolo del popolo, delle donne, del papa e così via. Francesco ha aperto una porta, ma tutto dipende da cosa succederà dopo. ◆ gim

Massimo Faggioli è uno storico della chiesa italiano. Insegna all’universitàcattolica Villanova, in Pennsylvania.Il suo ultimo libro è Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana (2025).

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Questo articolo è uscito sul numero 1614 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati