I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.
È tassativo il titolo del noir di Gianfrancesco Turano. E il testo pullula di cattivi all’apparenza spesso rispettabilissimi, tra imprenditori e politici. È un romanzo a chiave che ricalca i fatti, verissimi, intorno alla vita e alla morte di Amedeo Matacena, armatore di Reggio Calabria che entra in politica con Forza Italia, rimedia una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi assidui contatti con la ’ndrangheta, poi fugge a Dubai dove muore per un infarto, a 59 anni. O si è trattato di un avvelenamento? Comunque Turano, pur se di professione giornalista, non ci propone un saggio. Opta per il romanzo, costruito intorno all’investigatore privato Mariano Greco, un ex poliziotto cacciato dalle forze dell’ordine perché troppo onesto e corretto. Tra Milano, Dubai e Roma, Greco cerca di stanare l’armatore e di scovare le sue ricchezze nascoste, aiutato nel lavoro da una ragazza tanto bella quanto sveglia. Turano evita il rischio del romanzo-verità, quello di diventare didascalico. Invece costruisce con maestria un noir dal ritmo veloce, agghiacciante e spassoso allo stesso tempo. E, senza salire mai in cattedra, ci racconta molte verità sull’intreccio inestricabile tra poteri legali e illegali. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati