Alessandro Barbaglia ha l’acutezza dei grandi narratori. Ha ritmo, stile, annusa il personaggio come un bracco. Soprattutto Barbaglia ha una venerazione per le parole. Non sono mai messe a caso sulla pagina, hanno sempre un significato. Una parola che pur nella complessità sa rendersi semplice, immediata, vera. Nel suo Nené nel paese delle magarie protagonista assoluto è un ragazzo sognatore, divoratore di libri e di parole. Il libro ripercorre l’infanzia in Sicilia del famoso scrittore Andrea Camilleri, un’infanzia nel sole, tra mare e verde, tra sogno e realtà. Dove la solitudine non è mai soffocante, ma piuttosto cercata, dove poter diventare persona. Diventare scrittore. Ma ogni scrittore è anche e forse è soprattutto lettore. Perché s’impara leggendo i classici, vedere come loro hanno dato forma a un pensiero e a un personaggio. Il libro proprio in queste scene acquista una tenerezza senza pari. Soprattutto nelle scene di paesaggio Barbaglia regala le parti migliori di un libro davvero bello, un mare che sembra vivere addosso alla gente, agli scogli, dentro il cuore di un ragazzo, nei suoi occhi, nelle pagine di un libro. Un mare infinito nella sua finitezza che riempie di salsedine e futuro pagine davvero piene di una certa malinconia estiva.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati