In lontananza si vede solo un punto bianco, una luce in fondo al tunnel che s’ingrandisce più ci si avvicina. Gli escursionisti avanzano illuminando con la torcia del loro cellulare e cercando di mettere un piede avanti all’altro. Devono stare attenti a non cadere nel canale che scorre accanto. A volte si appiattiscono contro la parete per far passare chi arriva dal senso opposto. All’uscita si apre alla vista un’esplosione di vegetazione tropicale.
Verde acceso, fiori colorati e cascate: le levadas, canali d’irrigazione che formano una rete di duemila chilometri unica al mondo, sono diventate simbolo di Madeira, l’isola portoghese che si trova a 800 chilometri dall’estremità sudovest dell’Europa e a 640 chilometri dal Marocco. Madeira è il pezzo forte di un arcipelago vulcanico di cui rappresenta il 90 per cento del territorio. Le levadas furono costruite nel cinquecento per portare acqua dal nordovest dell’isola, abbastanza piovoso, a sudest, dove il clima è più secco, consentendo così la coltivazione della canna da zucchero. Oggi sono diventate dei sentieri escursionistici a mezza costa che entrano in tunnel lunghi centinaia di metri e che permettono di ammirare la foresta e le montagne, con il vantaggio di essere spesso pianeggianti, facilitando così la camminata. Quello di Fajã do Rodrigues, uno dei più conosciuti, è lungo quattro chilometri, ha due tunnel e parte da Ginjas, nel comune di São Vicente, per arrivare alla cascata Ribeira do Inferno (fiume dell’inferno). È lungo quattro chilometri, di cui due di tunnel.
Lasciata Funchal, il capoluogo dell’arcipelago, la strada sale verso il giardino tropicale di Monte palace, raggiungibile anche dal porto prendendo la funivia. Situato sulla cima di una collina che domina la baia, il giardino di sette ettari ospita centomila specie di piante, tra cui le cycadales, piante centenarie con foglie che ricordano quelle delle palme. Negli stagni di un’antica dimora coloniale nuotano cigni e carpe koi.
Tanti fiori diversi
All’uscita del giardino ci sono delle slitte di vimini con pattini di legno che fanno parte di una delle attività più popolari dell’isola, diventata obsoleta e trasformata in attrazione turistica. Introdotte nel 1850 per scendere da Monte a Funchal, oggi trasportano i turisti per due chilometri con velocità fino a 50 chilometri orari. Non hanno né freni né volante, ma due conducenti, posizionati dietro, controllano lo slittino con i piedi.
Madeira, l’isola dei fiori, merita a ragione il suo soprannome. Ovunque si possono ammirare piante fiorite ed esplosioni di colore. Sebbene il periodo di fioritura sia soprattutto in aprile e maggio (quando a Funchal c’è la festa dei fiori, che dura diverse settimane), non esiste una bassa stagione. Tra i fiori più tipici ci sono la strelitzia con i suoi petali arancioni, l’ibisco rosa o giallo, la viperina di Madeira (echium candicans, con i fiori blu e viola) e l’agapanto. I fiori si possono ammirare anche nei dintorni del Pico do Arieiro (1.818 metri di altitudine), facendo un’escursione tra le più note dell’isola. Offre un panorama a 360 gradi e nelle giornate più limpide si vede Porto Santo, l’isola sorella dell’arcipelago, che si trova a una sessantina di chilometri di distanza. Da questo punto di osservazione si capisce bene che Madeira è la cima emersa di un vulcano, e che è questa l’origine delle sue coste frastagliate. Il picco si eleva al di sopra delle nuvole, che spesso ricoprono l’isola. In questi casi il panorama diventa una coltre bianca a perdita d’occhio e le nuvole scendono lungo le pareti come l’acqua di un torrente.
Dal Pico do Arieiro si può andare a piedi fino al Pico Ruivo (sette ore di cammino, mille metri di dislivello). Alcuni sentieri, compreso questo, sono a pagamento: tre euro che si possono pagare anche con la carta di credito.
Madeira racchiude inoltre grandi ricchezze artistiche. Dopo essere stata raggiunta dai fenici e dai vichinghi l’isola fu “scoperta” ufficialmente nel 1419, quando i portoghesi ne presero il possesso in nome del re Giovanni I del Portogallo. All’epoca era disabitata. Dal 1976 l’isola è una regione autonoma del Portogallo, con un governo e un’assemblea legislativa.
L’occupazione portoghese ha lasciato in eredità a Funchal dei bei monumenti, come la cattedrale dell’Assunzione di Maria Vergine, nella parte meridionale della città e costruita alla fine del quindicesimo secolo. Davanti alla cattedrale parte viale Arriaga, una strada commerciale con larghi marciapiedi, che costeggia il giardino comunale dove crescono e fioriscono alberi di jacaranda e di tipuana. Davanti al bell’edificio del Banco do Portugal c’è il monumento al navigatore João Gonçalves Zarco, “scopritore” di Madeira. Più piccola, ma forse proprio per questo più bella, la chiesa di São João Evangelista, del diciassettesimo secolo, è decorata con le azulejos (le piastrelle di maiolica blu tipiche dell’arte portoghese) e intagli barocchi in oro e legno.
Accanto alla chiesa il museo di arte sacra ospita splendidi esempi di arte fiamminga arrivati da Bruges e da Anversa durante il periodo d’oro del commercio dello zucchero, noto qui come “oro bianco”.
La parte antica della città è dominata dal grigio del basalto. La pietra vulcanica è onnipresente. Molte porte delle case hanno dei motivi dipinti (paesaggi, nudi femminili, fiori e anche un omaggio al Piccolo principe). La sera i ristoranti tirano fuori i tavoli e il quartiere si anima.
Le luci della sera
Tutti i vicoli convergono verso il mercado dos Lavradores, il grande mercato costruito alla metà del novecento. I frutti più rossi sono sistemati accanto alle sorprendenti banane-ananas (il frutto della Monstera deliciosa). Si può assaggiare e comprare il vino di Madeira. In fondo al mercato i banchi del pesce propongono orate e merluzzi. La sera bisogna spostarsi in alto per ammirare il paesaggio illuminato dalle luci delle navi, dal faro del porto e dalle finestre illuminate che salgono fino in cima a una montagna sorta dal mare. ◆ adr
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati