Dopo aver esplorato i temi dell’amicizia e dell’avventura Pietro Del Soldà, conduttore radiofonico e filosofo appassionato di divulgazione, applica la propria ricerca sull’attualità del pensiero classico a un tema, l’amore, che aveva toccato all’inizio della sua attività di scrittore. Lo fa, come è sua abitudine, partendo dai dialoghi platonici (in questo caso soprattutto dal Convivio) e mettendoli a confronto con problemi della società in cui viviamo. Muove dalla constatazione di un “raffreddamento” nelle relazioni amorose, dovuto non solo alle nuove tecnologie ma anche, a suo modo di vedere, al timore di rischiare e di esporsi, e propone una soluzione “all’opposizione che ci imprigiona tra gli estremi dell’amore fusionale e dell’illusione postromantica” in una politica dell’amore che lo realizzi come alternativa all’identità e lo avvicini all’amicizia. Due capitoli finali allargano il discorso in ulteriori direzioni. Uno è dedicato alla tematica del corpo e della sua bellezza, idealizzata dalla società delle immagini, che Del Soldà, sulla scorta di Plotino, propone invece d’identificare in una “traccia dell’anima”. L’altro tratta proprio dell’anima che nell’antichità era ingabbiata da filosofie e religioni e oggi è costretta dalla realtà digitale. Solo liberandola collettivamente e scoprendo, oltre anime e corpi, “l’anima del mondo”, spiega, ci si potrà salvare. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati