I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Sembra impossibile ripercorrere in 250 pagine più di cento anni di storia e raccontare tante vite umane. Ma forse Nadia Noio è dotata di un pizzico di quella magia presente nella famiglia descritta nel suo romanzo – la Piccerella e tutti i suoi discendenti – perché ci è riuscita. Non solo, l’ha fatto così bene che si arriva a conoscere ogni componente come se fosse un amico o un parente. Ammetto che quando l’ho cominciato ero un po’ scettica. Il soprannome della protagonista, la Piccerella, suggeriva l’ennesimo romanzo ambientato nelle campagne nell’ottocento italiano, un romanzo in cui l’uso del dialetto sarebbe stato più importante di qualsiasi altra considerazione letteraria. Ma non è questo il caso. Noio si sofferma sui fatti ottocenteschi solo il tempo necessario per introdurci alla Piccerella, a suo figlio Orlando, alla moglie Luisa e ad alcune loro caratteristiche che poi diventano il filo rosso tra le loro vite e l’ultima arrivata in famiglia, un secolo dopo. La vita familiare s’intreccia con gli eventi napoletani, italiani e mondiali, costituendo nell’insieme un grande romanzo generazionale. Tutto in 250 pagine. Bravissima Nadia Noio. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 79. Compra questo numero | Abbonati