Il 5 novembre 2024, il giorno in cui negli Stati Uniti si votava per le presidenziali, in preda a uno stress crescente ho passato la giornata facendo telefonate a ripetizione ai miei amici e scambiando messaggi. Volevo sapere cosa pensavano e qual era il loro stato d’animo. Quando i seggi hanno cominciato a chiudere, è arrivato il momento di controllare le previsioni sul risultato finale. Alcuni, prevedibilmente, si affidavano al famigerato “ago” elettorale del New York Times o alle proiezioni del sito FiveThirtyEight. Ma altri preferivano seguire Polymarket, un sito che quattro anni prima, alle precedenti presidenziali, era sconosciuto. Le sue infografiche accattivanti e l’uso intenso dei colori ricordavano lo stile visivo delle tv e dei portali di aggregazione di sondaggi. Ma quel sito era qualcosa di molto diverso: era una piattaforma di scommesse basata sulle criptovalute.
Pubblicizzato come “il più grande sito di previsioni del mondo”, Polymarket permette di scommettere su ogni genere di pronostico, non solo su chi vincerà le presidenziali ma anche su quando decolleranno i razzi della SpaceX o su quale attore interpreterà il prossimo film di James Bond. Nel 2023 Polymarket ha accettato scommesse sulla possibilità che il sommergibile Titan fosse ritrovato, ed entro quale giorno. A ottobre del 2024 ha gestito in un solo mese un volume di scommesse di 2,5 miliardi di dollari. Immaginate di voler scommettere su un evento qualsiasi, dallo sport alla cultura pop fino alla politica e alla scienza. Molto probabilmente potete fare la vostra puntata su Polymarket o su siti simili, come Manifold, Insight Prediction e Metaculus.
Consumati dall’azzardo
Le piattaforme di scommesse, soprattutto quelle che hanno un volume di puntate enorme come Polymarket, offrono quote generate da modelli predittivi in genere molto accurati. Se così non fosse Polymarket perderebbe una quantità inimmaginabile di denaro a vantaggio di scommettitori più abili: oggi molte menti brillanti, che potrebbero occuparsi di ricerca biomedica o di fisica, preferiscono fissare le quote per i siti di scommesse o trovare il modo di batterli.
La sera delle elezioni, mentre il sole tramontava sulla costa ovest e vedevo le quote di Polymarket diventare sempre più favorevoli a Donald Trump, ho cominciato a provare un senso di terrore. L’origine della mia ansia non era solo la possibilità sempre più concreta che Trump vincesse, ma anche il fatto che avessi maturato quella convinzione consultando un sito basato sulle criptovalute che aveva ricevuto scommesse per miliardi di dollari sul risultato delle presidenziali. È stato un momento sconfortante. Viviamo in una società consumata dal gioco d’azzardo in cui tutto è trasformato in un evento su cui scommettere e dove il fascino del rischio e del profitto è sempre dietro l’angolo. Se l’ubiquità delle scommesse merita di essere analizzata, lo stesso vale per chi alimenta questo sistema, presentandolo non come un’attività qualsiasi ma come una scelta di vita, che però porta con sé una visione politica assolutamente pericolosa. Se negli ultimi anni avete guardato una qualunque competizione sportiva, vi sarete accorti dell’onnipresenza delle scommesse. I commentatori e i siti che si occupano di sport oggi si soffermano continuamente sulle quote dell’evento in questione. Le interruzioni per le analisi sono spesso un pretesto per aggiornare gli spettatori su quelle quote e offrire ulteriori statistiche su cui il pubblico potrebbe scommettere. Le pubblicità dei siti di scommesse sono martellanti. DraftKings ha investito grosse cifre nei cartelloni pubblicitari delle arene sportive statunitensi. Chi si iscrive ai siti di scommesse riceve spesso centinaia di dollari in regalo per creare un profilo e piazzare la prima puntata. “Vuoi scommettere? Sei nel posto giusto”, ci informa DraftKings. L’invasione di annunci pubblicitari sulle scommesse e il racconto degli eventi sportivi attraverso le lenti del gioco d’azzardo hanno distrutto l’esperienza televisiva. Tranne per chi scommette, ovviamente.
C’è un’ideologia politica avvelenata dal sarcasmo, caratterizzata dall’impazienza e dall’incapacità di controllare gli impulsi
Nel 2022 il centro studi Pew research center ha rivelato che negli Stati Uniti un adulto su cinque aveva piazzato almeno una scommessa sportiva nell’ultimo anno, precisando che nel 75 per cento dei casi aveva usato un sistema ufficiale, invece di puntare tra colleghi o amici. Secondo l’American gaming association, nel 2023 gli statunitensi hanno scommesso 119,8 miliardi sullo sport.
È un fenomeno così diffuso che gli atleti professionisti ricevono continuamente minacce e insulti da chi ha perso una scommessa a causa delle loro prestazioni. Ho l’impressione che oggi assistere a un evento sportivo sia assolutamente secondario rispetto al mondo delle scommesse, al punto che lo sport sembra diventato un semplice strumento per avere eventi su cui scommettere.
Il recente incontro di boxe tra Mike Tyson e Jake Paul, trasmesso da Netflix, ha prodotto sulla piattaforma BetMgm il più alto numero di scommesse nella storia degli sport di combattimento. L’incontro tra un ex campione di 58 anni e un giovane influencer ha offerto una qualità pugilistica di basso livello, ma ogni singolo colpo portato da Tyson e Paul è stato un’occasione per scommettere. Alla fine di ogni round, quando veniva comunicato il numero di colpi portati e di quelli andati a segno, si vincevano e si perdevano cifre insensate. “È stato incredibile”, ha detto alla Espn il direttore della sala scommesse Westgate SuperBook di Las Vegas. “Il casinò era pieno, le puntate sono state frenetiche per tutta la giornata. Ero senza parole”.
Uno stile sguaiato
Come molti statunitensi, ho dedicato una quantità enorme del mio tempo a seguire eventi sportivi, eppure oggi non sopporto le trasmissioni del canale televisivo Espn per più di qualche minuto. Oltre al fatto che l’infiltrazione delle scommesse nello sport è deprimente, il giornalismo sportivo è stato sostanzialmente spazzato via da uno stile sguaiato e dilettantesco reso popolare da Barstool Sports. Creato nel 2003 da Dave Portnoy come settimanale gratuito e diffuso nell’area di Boston, nel 2023 Barstool Sports è diventato un sito che vale 606 milioni di dollari. Oggi il marchio ha una presenza online fortissima, con 41 milioni di follower su Tiktok e 17 milioni su Instagram. Ha lanciato una serie di podcast di grande successo. Fino al 2023 ha avuto un sito di scommesse tutto suo, Barstool Sportsbook, che poi è passato all’Espn con il nome di Espn Bet.
Le scommesse sono una parte così importante dell’attività di Portnoy che un suo ritratto pubblicato dal New York Magazine nel 2001 era intitolato: “La strategia di Dave Portnoy: tra la corsa all’oro delle scommesse sportive e le accuse di molestie sessuali, il fondatore di Barstool punta sulla guerra culturale”. L’articolo, uscito subito dopo la rivelazione di uno scandalo sessuale fatta da Business Insider, descriveva Portnoy come un esperto scommettitore. E si concludeva così: “Dieci giorni dopo la pubblicazione dell’articolo di Business Insider, ha passato una domenica pomeriggio nella sede della Barstool Sportsbook, scommettendo in diretta sugli eventi sportivi insieme ad altri personaggi famosi di quel mondo. Per fare in modo che Barstool raggiunga il fatturato di duecento milioni previsto quest’anno è essenziale che Portnoy sia visibile. Al centro della diretta non c’erano le accuse che lo avevano colpito, ma una scommessa da 500mila dollari piazzata sulla squadra di football americano dei Green Bay Packers. Niente lasciava pensare che Portnoy avesse intenzione di cambiare il suo approccio al lavoro o alla vita. I Packers, quel giorno, sono partiti piano, mantenendo incerto il risultato della partita fino al quarto periodo. Ma alla fine hanno vinto comodamente. Portnoy ha incassato mezzo milione di dollari”.
Personalmente trovo deprimente l’idea di passare una domenica pomeriggio in questo modo, ma immagino che sia una realtà molto familiare per gli appassionati di football americano. All’inizio del nuovo millennio l’esplosione del fanta-football online ha favorito le scommesse (tra colleghi e con cifre ridotte). Con la sua estetica senza pretese rifletteva una forma di sessismo dominante nel pubblico del football americano. Barstool Sports rappresenta una gigantesca cassa di risonanza di questo stile di vita, con la differenza che le scommesse sono sempre più azzardate e anche il sessismo è esasperato. Barstool Sports ha avuto un successo unico nel diffondere un marchio basato sull’aggressività. Non è certo un caso che le scommesse rappresentino un elemento centrale di questo stile di vita, insieme a posizioni politiche esplicitamente reazionarie.
Naturalmente la malsana ossessione per la speculazione finanziaria affligge le società da secoli. Basti ricordare la mania per i tulipani che travolse i Paesi Bassi negli anni trenta del seicento. Tuttavia negli ultimi anni sono emerse nuove forme di speculazione finanziaria, che sono state pubblicizzate come forme di gioco d’azzardo. Pensate alla crescita della piattaforma r/WallStreetBets, che oggi ha 17 milioni di utenti ed è invasa da meme finanziari e linguaggio da agente di borsa. Nel 2021 questa comunità è stata responsabile della famosa manipolazione azionaria della catena di negozi di videogiochi GameStop: il sito invitava a comprare azioni della GameStop per farne aumentare il prezzo rapidamente, una manovra conosciuta come short squeeze. Sul sito interveniva regolarmente Martin Shkreli, manipolatore dei prezzi dei prodotti farmaceutici condannato in tribunale.
È importante notare che di recente l’attività in borsa delle persone comuni ha preso la strada della speculazione sconsiderata. L’interesse diffuso per il mercato azionario è stato alimentato da piattaforme come Robinhood, la cui app per cellulari ha un’interfaccia che ricorda l’esperienza dei videogiochi. In poche parole, com’è successo con le scommesse sportive, anche in questo caso il sistema sembra progettato per facilitare la circolazione di somme spaventose.
Trump non è solo un uomo legato al mondo delle scommesse, ma anche un politico il cui successo è basato sull’emozione della scommessa
Lo strumento più insopportabile
Naturalmente queste sono solo alcune delle manifestazioni di una forma di speculazione più ampia che ha dominato i primi anni della pandemia di covid-19. E che ora sembra tornata in forze con la rielezione di Donald Trump attraverso lo strumento più insopportabile che si possa immaginare: le criptovalute. Non voglio soffermarmi troppo su questo tema. Quello che conta nella nostra prospettiva è sottolineare che le criptovalute erano e restano fortemente speculative e virtualmente indistinguibili dalle scommesse. Come Barstool Sports ha inaugurato un’era caratterizzata dalle scommesse accanite e da un certo stile di vita, le criptovalute e r/WallStreetBets hanno prodotto l’ascesa del crypto bro, una cultura tossica fondata tra l’altro su scommesse, meme, arte pacchiana generata dall’intelligenza artificiale e, a volte, meme su Trump generati dall’intelligenza artificiale. Agganciata a queste affinità c’è un’ideologia politica avvelenata dal sarcasmo, caratterizzata solitamente dall’impazienza e dalla scarsa capacità di controllare i propri impulsi. L’importante è che ci sia qualcosa su cui speculare. In questo senso è chiaro che la mascolinità diventa misurabile attraverso le cifre scommesse.
Non è un caso se Polymarket ricorda i grafici elettorali del New York Times o le simulazioni di FiveThirtyEight. Nell’estate del 2024 il creatore di FiveThirtyEight ed esperto di previsioni elettorali Nate Silver è stato ingaggiato da Polymarket. Silver ha un lungo passato nel mondo delle scommesse e per anni si è mantenuto giocando a poker. In un suo ritratto pubblicato da Sports Illustrated si legge che “in tre anni ha guadagnato quattrocentomila dollari e nel tempo libero ha cominciato a lavorare su un modello predittivo delle partite di baseball” chiamato Pecota. È da questa base che la sua carriera ha preso il volo: “Nel 2003 Silver ha venduto Pecota a Baseball Prospectus in cambio di una quota della società. Da quel momento, ogni anno e fino alla sua uscita dalla società nel 2009, Silver ha incassato i profitti del suo investimento”. Da questa prospettiva privilegiata sul baseball, Silver si è dato alla politica. In un articolo pubblicato nel 2008 dal New York Post, ha rivelato al mondo di aver “creato il sito FiveThirtyEight per applicare alla politica lo stesso spirito scientifico introdotto nel baseball”.
L’incontro tra Silver e Polymarket è la conclusione più logica di un’ossessione ventennale per l’analisi statistica e per la ricerca di informazioni da monetizzare. Anche se FiveThirtyEight è diventato una testata giornalistica di tutto rispetto, è chiaro che l’appetito di Silver per le scommesse non si sia mai placato. Naturalmente il fatto che l’abbia trasformato in una professione è il segno di una tendenza più generale tra gli esperti di metodi quantitativi e discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Come ho accennato in precedenza, oggi un numero sorprendente di geni della statistica è impegnato in una lotta fratricida per ottenere un vantaggio nel campo delle scommesse. Naturalmente questo rispecchia la diffusione a Wall street del quantitative trading (l’uso di modelli di calcolo avanzati per guadagnare nei mercati finanziari), che ha creato una sorta di esodo dalla ricerca Stem e dall’ingegneria applicata verso le strategie sempre più sofisticate del mercato azionario. In realtà il mondo del trading quantitativo e quello delle scommesse sportive sono profondamente connessi. La società di trading Susquehanna, per esempio, ha aperto un settore riservato alle scommesse sportive. Inoltre sentiamo parlare spesso di trader che si dedicano al poker professionistico tra un incarico e l’altro, tanto che le società di trading sponsorizzano gli eventi di poker sportivo con premi in denaro (in modo da reclutare i neolaureati) e in alcuni casi arrivano a insegnare il poker nella formazione del personale.
Il punto è che ormai i mercati finanziari sono innegabilmente simili all’ambiente delle scommesse. Per questo sono costantemente incensati da scrittori come Silver e Michael Lewis, in modo da reclutare i laureati Stem nel mondo della finanza d’azzardo, esattamente come Barstool Sports cerca di spingere i maschi in età da college verso le scommesse sportive. In questo senso non sorprende che Silver sia ricaduto nel vizio del gioco, esattamente come Lewis è ricaduto in una cieca infatuazione per le criptovalute. Tutto si riduce alla scommessa. Per quanto riguarda lo stile di vita si può dire che il mondo della finanza è più misurato dell’universo di Barstool Sports e di quello delle criptovalute. Ma allo stesso tempo è chiaro che la borsa è invischiata con la politica in un modo che antepone il profitto al benessere delle persone. I fanatici delle criptovalute hanno festeggiato l’elezione di Trump, ma lo hanno fatto anche i mercati azionari, evidenziando un legame tra politica e finanza tanto imbarazzante quanto profondo.
Prendere atto dell’estrema rapidità con cui le scommesse e più in generale i nuovi modi di speculare si sono diffusi negli Stati Uniti può essere molto istruttivo. Come ricorda il New York Times, “sei anni fa le scommesse sportive erano vietate dalla legge federale degli Stati Uniti”. Nel 2018 gli unici stati in cui si poteva puntare sullo sport erano il Nevada, il Delaware, l’Oregon e il Montana; oggi sono legali in 38 stati e a Washington. Allo stesso modo, il valore delle criptovalute è decollato, la regolamentazione è stata minima, e le poche norme in vigore saranno probabilmente abolite da Trump.
La deregolamentazione, presentata spesso come una forma di libertà individuale e commerciale, comporta inevitabilmente effetti negativi. Gli esseri umani non sono particolarmente abili quando si tratta di prendere decisioni ipotizzando come si sentiranno in futuro. Le scommesse ne sono un esempio: per una persona che piazza la sua prima scommessa usando il bonus di benvenuto di DraftKings è molto difficile capire quanto possa essere dannosa e divorante la dipendenza dal gioco d’azzardo. In questo senso le scommesse illustrano un problema strutturale che è stato aggravato dalla deregolamentazione in diversi settori, dalla pubblicità alla facilità con cui è possibile scommettere usando un cellulare.
Il momento politico
Naturalmente esistono infiniti modi di inquadrare gli aspetti negativi della proliferazione delle scommesse. Personalmente, più che valutare il peso di tutte le cause del fenomeno, sono interessato al legame tra le scommesse e alcuni comportamenti (forme particolari di maschilismo e cinismo) e al suo ruolo nel momento politico attuale. Sulla rivista n+1 lo scrittore Joshua Cohen ha raccontato la sua esperienza adolescenziale come cassiere del Resorts, un casinò di Atlantic City. L’articolo, scritto nel periodo delle elezioni del 2016, appartiene a un tempo diverso da quello che stiamo vivendo. Cohen riflette sul ruolo di Trump nel declino del paradiso del gioco d’azzardo, riportando alcune statistiche illuminanti: “Negli anni ottanta e novanta i casinò con cui Trump era associato rappresentavano il 25-30 per cento dell’industria del gioco d’azzardo di Atlantic City. Poi è arrivato il Taj Mahal, che Trump ha costruito con l’aiuto della Resorts International nel 1990 su una base finanziaria così traballante e negligente che nel 2000 la struttura aveva accumulato 3,4 miliardi di debiti, comprese obbligazioni spazzatura con alti tassi d’interesse e debiti personali di Trump”.
Secondo Cohen, Trump non è solo un uomo indissolubilmente legato al mondo delle scommesse, ma anche un politico il cui successo è basato sull’emozione della scommessa. “La sua tendenza a risvegliare questa tensione nella gente e il modo spietato in cui sfrutta le notizie del momento per manipolare le emozioni mi ricorda il gioco d’azzardo. È la stessa sensazione che proviamo quando puntiamo dei soldi. È come se Trump ci proponesse di scommettere che riuscirà a portare al limite la sua retorica violenta e a tentare la sorte senza mai spingersi troppo oltre, cioè senza perdere il sostegno delle donne, dei neri e degli ispanici ed evitando che troppi messicani, musulmani o magari dei democratici bianchi siano picchiati o uccisi”.
Negli ultimi anni è stato versato fin troppo inchiostro per raccontare Trump, l’uomo e il criminale. A me interessa l’idea che dietro tutto questo, Trump e il movimento Make America great again (Maga) siano intimamente legati alle scommesse, non solo in senso esplicitamente finanziario ma anche nel senso più profondo che Cohen aveva notato quasi dieci anni fa e che oggi diventa sempre più esplicito con la progressiva penetrazione del gioco d’azzardo nella nostra vita quotidiana. C’è una corrispondenza profonda tra l’aggressività finanziaria e una forma altamente tossica di maschilismo, la stessa per cui Wall street è famosa e di cui è allo stesso tempo responsabile. Alle ultime elezioni il 56 per cento degli uomini di età compresa tra i 18 e i 29 anni ha votato per Trump. Nel 2020 erano stati appena il 41 per cento. Immagino che molti avranno seguito le elezioni incollati a Polymarket, non per le implicazioni politiche degli aggiornamenti in tempo reale sulle quote, ma solo per il gusto della scommessa in sé, come se il voto fosse una forma perversa di brivido del gioco, nell’attesa della scarica di dopamina che sarebbe arrivata con il rialzo dei mercati alla vittoria di Trump.
Nel suo articolo per n+1, Cohen conclude la sezione su Trump e il gioco d’azzardo osservando che “ironicamente, gran parte dei siti più affidabili in cui è possibile vincere somme in denaro scommettendo sulle elezioni statunitensi sono registrati nel Regno Unito, nelle Bahamas o in altre aree del mondo, perché negli Stati Uniti non sono ammesse le scommesse politiche. E questo non perché siano una manifestazione di cinismo, ma perché sono considerate una variazione delle scommesse sportive, illegali (nel 2016) in tutti gli stati tranne quattro”.
Ed eccoci qua, otto anni dopo, con la legge statunitense sulle scommesse sportive cancellata dalla corte suprema e la possibilità di scommettere su qualsiasi cosa sempre più vicina. ◆ as
Benjamin Charles Germain Lee insegna all’Information school della University of Washington di Seattle, negli Stati Uniti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1610 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati