Il senato italiano ha rinviato il dibattito su una proposta di legge che definisce stupro il sesso senza consenso. Il motivo va ricercato nelle divergenze all’interno della coalizione di governo. Il testo era il risultato di un raro accordo tra la presidente del consiglio di estrema destra Giorgia Meloni e la leader del centrosinistra Elly Schlein. La proposta di legge era stata approvata alla camera il 19 novembre scorso e avrebbe dovuto ricevere il via libera finale in senato. Il dibattito è stato inaspettatamente sabotato dalla Lega, perché il segretario del partito Matteo Salvini è convinto che la nuova legge rischierebbe di “intasare i tribunali” e di lasciare spazio a “vendette personali”.
Il testo prevede che chiunque compia atti sessuali senza il consenso esplicito dell’altra persona può essere punito con una pena detentiva da sei a dodici anni. L’obiettivo è aiutare le vittime a denunciare gli stupri. In Italia la violenza sessuale è definita come la costrizione esercitata su una persona a partecipare ad atti sessuali attraverso minacce, forza fisica o abuso di autorità. Tuttavia il codice penale non riconosce esplicitamente la mancanza del consenso come una base sufficiente per avviare un processo per stupro.
Schlein ha chiesto a Meloni di rispettare l’accordo. Ma non ha riferito la sua risposta
Salvini ha dichiarato di condividere il principio della legge, ma ha aggiunto che il testo attuale “lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo” e rischia di alimentare i conflitti anziché ridurre la violenza. “Questa sorta di consenso preliminare, informato e attuale, così come è scritto, lascia lo spazio a vendette personali, da parte di donne e uomini che senza aver subìto nessun abuso userebbero una norma vaga per vendette personali che intaserebbero i tribunali”, ha dichiarato Salvini. Il rinvio del dibattito al senato arriva dopo che il 25 novembre il parlamento ha approvato definitivamente una legge che introduce il reato di femminicidio, punibile con l’ergastolo. Il piano originario era quello di approvare entrambe le misure in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Sulla pelle delle donne
Diversi rappresentanti della sinistra hanno ipotizzato che la battuta d’arresto sia legata alle sconfitte subite dalla coalizione di Meloni alle elezioni regionali in Campania e Puglia: entrambe le regioni continueranno a essere governate dal centrosinistra dopo le vittorie dell’alleanza guidata dal Partito democratico, che spera di strappare a Meloni la guida del paese alle elezioni del 2027.
Schlein ha detto di aver parlato con Meloni e di averle chiesto “di rispettare l’accordo”. La segretaria del Partito democratico non ha rivelato quale sia stata la risposta della presidente del consiglio, e ha aggiunto che “sarebbe una cosa grave” se il ritardo fosse il risultato di una resa dei conti post-elettorale all’interno della maggioranza, con “le donne a pagarne il prezzo”.
Il governo ha cercato di sminuire il conflitto interno. La ministra per la famiglia Eugenia Roccella ha dichiarato che “è meglio prendere più tempo e approvare una legge convincente”, mentre il ministro della giustizia Carlo Nordio ha sostenuto che il rinvio era necessario a causa di problematiche tecniche, assicurando che la legge sarà comunque approvata. Si prevede che il dibattito al senato si svolgerà a gennaio. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati