Aviaria Dal 2023 l’influenza aviaria H5n1 potrebbe aver provocato la morte di 53mila femmine di elefante marino del sud (nella foto) in Georgia australe, molte più di quanto stimato in precedenza, conclude uno studio pubblicato su Communications Biology. Le colonie dell’isola, che ospita la più grande popolazione al mondo di questi animali, sarebbero state quasi dimezzate. Secondo i ricercatori il virus sta continuando a diffondersi tra gli uccelli e i mammiferi nella regione antartica.
Uccelli La messa al bando degli insetticidi neonicotinoidi nell’Unione europea sembra aver già cominciato a produrre degli effetti positivi sugli uccelli selvatici, suggerisce uno studio francese pubblicato su Environmental Pollution. I neonicotinoidi hanno gravi effetti sugli ecosistemi e sono considerati i principali responsabili del declino degli uccelli insettivori (nella foto due cinciarelle) in Europa. Basandosi sull’osservazione di 1.900 siti in Francia, i ricercatori hanno stimato che nel 2022 le popolazioni di 57 specie erano cresciute del 2-3 per cento rispetto al 2018, quando il divieto è entrato in vigore. Una ripresa simile potrebbe essere in corso anche negli altri paesi europei e potrebbe riguardare anche altre specie insettivore, come i pipistrelli e altri piccoli mammiferi.
Frane Almeno 18 persone sono morte e decine risultano disperse in due frane provocate dalle forti piogge sull’isola di Giava, in Indonesia. ◆ Due frane nel sudest del Vietnam hanno causato sei vittime.
Tempeste La tempesta Claudia ha investito l’Europa occidentale, provocando almeno tre morti e decine di feriti in Portogallo.
Epidemie Nel 2024 i casi confermati di tubercolosi hanno toccato un nuovo record, arrivando a 8,3 milioni, riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui l’aumento sarebbe dovuto soprattutto alla ripresa dei controlli dopo i problemi dovuti alla pandemia di covid-19. Lo conferma il fatto che i decessi sono invece calati a 1,23 milioni, duecentomila in meno rispetto al 2023.
Plastica Un’analisi di oltre diecimila autopsie di animali marini raccolti in tutto il mondo, pubblicata su Pnas, ha riscontrato la presenza di frammenti di plastica nell’apparato digerente del 47 per cento delle tartarughe, di un terzo degli uccelli e del 12 per cento dei mammiferi. Secondo i ricercatori la quantità di plastica sufficiente a uccidere questi animali è molto più bassa di quanto stimato in precedenza.
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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati