Il viaggio del 7 novembre a Washington è stato un successo per il leader ungherese sovranista Viktor Orbán, scrive su Euobserver ** il politologo Daniel Hegedus. Organizzata in grande stile (da Budapest sono partite 180 persone su un aereo noleggiato dalla compagnia low cost Wizzair), la visita – scrive il sito **Válasz ** – è servita a Orbán per ottenere dal presidente Donald Trump uno “scudo finanziario”, ancora da quantificare, per far fronte alle difficoltà economiche del paese, che cresce a ritmi molto bassi e si è visto tagliare buona parte dei fondi europei per violazioni dei princìpi e delle regole dell’Unione. Una situazione delicata anche per Orbán stesso, che governa con maggioranze solidissime dal 2010, ma nei sondaggi in vista del voto del 2026 è indietro rispetto allo sfidante Péter Magyar. Il primo ministro ungherese – il leader europeo più vicino a Mosca – ha ottenuto anche l’esenzione dalle sanzioni statunitensi per chi acquista petrolio russo. Come scrive **Népszava, secondo Budapest la misura è definitiva, mentre la Casa Bianca avrebbe fatto intendere che la validità è di un anno. Comunque sia, aggiunge Politico, è evidente che Orbán ha bisogno di Trump per vincere le elezioni del 2026.

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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati