I Velvet Sundown sono una band rock generata dall’intelligenza artificiale (ia), diventata famosa a giugno proprio per il fatto che la loro musica, un mix di rock, folk e psichedelia, era stata creata senza intervento umano. Anche le copertine dei loro album, le foto promozionali e la biografia erano frutto dell’ia. Il clamore iniziale negli Stati Uniti ha portato a un picco di 760mila riproduzioni in strea­ming dei loro brani. Tuttavia, l’interesse è svanito rapidamente. Questa storia dimostra quanto sia difficile per la musica creata dall’ia mantenere alta l’attenzione del pubblico. La curiosità non basta: servono promozione, visibilità, strategie e strutture che solo l’industria musicale tradizionale — etichette, manager, mezzi d’informazione — può fornire. Un caso diverso è quello di Xania Monet, artista rnb basata sull’ia e creata dall’artista del Mississippi Telisha Jones, che usa la piattaforma Suno per mettere in musica i propri testi. Dopo la firma di un contratto multimilionario con l’etichetta Hallwood Media, Monet ha avuto un’impennata di ascolti simile a quella dei Velvet Sundown. Ma invece di precipitare, la sua popolarità si è stabilizzata. La differenza? La Hall­wood Media ha promosso la sua musica anche in radio, raggiungendo oltre un milione di ascoltatori. Il caso di Monet mostra che l’ia può trovare un pubblico se inserita nei meccanismi dell’industria musicale, dove la promozione vecchio stile è ancora indispensabile.
Glenn Peoples, Billboard

Xania Monet (Telisha Jones)

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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati