Gli eventi delle ultime settimane non lasciano grandi speranze per gli esiti della conferenza sul clima Cop30, in programma a novembre in Brasile. Molti paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, sembrano infatti determinati a mettere in secondo piano le iniziative per la difesa dell’ambiente. Prendiamo per esempio il trasporto navale, uno dei settori più inquinanti. Negli ultimi anni l’International maritime organization (Imo) ha negoziato un accordo legalmente vincolante che imporrebbe a tutte le navi sopra le cinquemila tonnellate di ridurre le emissioni di gas serra del 30 per cento entro il 2035 e del 65 per cento entro il 2040.

L’accordo sarebbe un passo avanti incoraggiante. Il problema è che il presidente statunitense Donald Trump è riuscito in extremis a far rinviare l’accordo di un anno. Trump ha descritto l’iniziativa, che ha promesso di annullare entro il 2026, come “una truffa del cambiamento climatico” e una parte del “programma distruttivo” per portare a zero le emissioni nette. La Grecia, la cui economia dipende fortemente dal trasporto navale, ha insistito per far rimuovere il sostegno all’accordo dal documento introduttivo dell’Unione europea in vista della Cop30.

Trump continua ad associare le misure contro il cambiamento climatico alla fantomatica agenda “woke”, e per questo ha dedicato buona parte del suo primo anno alla Casa Bianca a cancellare le misure introdotte dall’amministrazione Biden. Il presidente statunitense guida un movimento populista di destra globale con una posizione negazionista rispetto alla crisi climatica. Altri leader mondiali stanno seguendo il suo esempio. Nel Regno Unito il Partito conservatore ha promesso che se andrà al governo abbandonerà gli sforzi per azzerare le emissioni entro il 2050, sostenendo che uno sviluppo simile causerebbe un aumento delle bollette elettriche. Si tratta di scelte miopi e molto pericolose, perché rischiano di accelerare il riscaldamento climatico fino a livelli irreversibili, con un impatto devastante sull’ecosistema. Bisogna fare il possibile per ottenere risultati concreti alla Cop30. Coloro che parteciperanno dovrebbero seguire la scienza, non le dichiarazioni discutibili del presidente degli Stati Uniti. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati