◆ Due terzi delle vittime delle ondate di caldo che hanno colpito l’Europa tra giugno e agosto possono essere attribuiti agli effetti del cambiamento climatico provocato dalle attività umane, ha concluso uno studio di attribuzione rapida realizzato dall’Imperial college London e dalla London school of hygiene & tropical

medicine. Ampliando un’analisi precedente che si era concentrata su una singola ondata di caldo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, i ricercatori hanno confrontato i rilevamenti della temperatura in 854 città europee con i modelli climatologici, calcolando che nel periodo preso in esame il cambiamento climatico ha causato un aumento medio di 2,2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, con picchi fino 3,6 gradi in più. Applicando i modelli epidemiologici sul rapporto tra temperatura e mortalità, hanno poi concluso che circa 16.500 decessi delle 24.400 morti in eccesso attribuibili al caldo avrebbero potuto essere evitati in un clima non alterato dalle emissioni antropogeniche. L’Italia è di gran lunga il paese più colpito con oltre 4.500 vittime stimate, seguita dalla Spagna e dalla Germania. Gli autori avvertono che le città in questione rappresentano solo il 30 per cento della popolazione europea, e che il bilancio reale potrebbe essere quindi molto più grave. Un altro studio ha calcolato che gli eventi meteorologici estremi dell’estate del 2025 hanno provocato danni per almeno 43 miliardi di euro all’economia europea, che potrebbero salire a 126 miliardi entro il 2029.

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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati