Come il precedente romanzo di Neige Sinno, Triste tigre, La Realidad è un racconto autobiografico e iniziatico. E chi dice iniziazione dice conoscenza, e chi dice conoscenza dice espansione, fino a una guarigione improbabile e indefinibile. Da cosa? Dal male subìto, dalla solitudine e dal dolore. Sinno desidera avvicinarsi a “un’arte assoluta in cui i processi estetici corrispondano esattamente al movimento del corpo e dell’anima”. Si può sognare, e nel libro si sente che Sinno pensa che si debba farlo, ma senza farsi illusioni. Il libro comincia con un viaggio beatnik alla maniera di Bolaño verso un luogo simbolico del Messico: La Realidad. Siamo nel 2004 e la storia si conclude nel 2019 con un incontro di migliaia di donne, arrivate da ogni parte, che raccontano – ospitate e ascoltate dalle donne zapatiste: ciò che gli uomini gli hanno fatto subire, e continuano a fargli subire, in fin dei conti, da sempre. La Realidad crea una letteratura di lotta ma anche una letteratura amica in un mondo pieno di nemici. Philippe Lançon, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati