Nella sua biografia di Louis-Ferdinand Céline, François Gibault, l’esecutore testamentario dello scrittore, racconta che nel 1944, Céline, in fuga con la moglie Lucette e pochi bagagli (tra cui oggetti curiosi come una teiera d’argento, delle nacchere e delle fiale di cianuro), lasciò a Parigi una cassa piena di manoscritti. Sono circa seimila pagine, tra cui tre testi inediti: Guerra, Londra e La volonté du roi Krogold. Questi documenti, rimasti nascosti per decenni, sono stati ritrovati e pubblicati solo di recente, rivelando opere dimenticate di straordinaria intensità. Il romanzo Londra è il seguito diretto di Guerra e rappresenta un anello mancante nella produzione di Céline. Ambientato nella Londra del 1915, racconta le disavventure del suo alter ego Ferdinand, giovane reduce dalla prima guerra mondiale immerso in un mondo sordido fatto di prostituzione, traffici loschi, disertori e reietti. Il protagonista alloggia a Leicester street, “quartiere dei piaceri facili”, e si muove tra personaggi grotteschi e marginali: magnaccia, prostitute, anarchici falliti, medici poveri. Tra loro spiccano Angèle, la prostituta amata e poi maltrattata, e Yugenbitz, un generoso medico ebreo che cura i disperati e accompagna Ferdinand in scene di forte impatto emotivo, come la morte del piccolo Peter. Il romanzo ha uno stile travolgente: ritmo frenetico, linguaggio crudo, immagini vivide e una musicalità unica. Céline unisce tragedia, comicità e poesia, con uno sguardo pieno di pietà e disincanto sull’umanità. Non è un venditore di fumo: questo straordinario creatore d’immagini e suoni percuote il lettore senza anestesia. Céline è un sensibile: guarda il mondo con una sacra pietà. Narratore caotico e comico diventa geniale spazzino poeta. Ha capito in modo viscerale che la guerra tra lui e il mondo non conosce tregua. Bisognerebbe leggere questo grande lirico ad alta voce, farlo risuonare in bocca. Racconto fiabesco e raccapricciante, lunga deriva, Londra sfugge da tutte le parti, stride, miagola, vira con una bellezza da togliere il fiato. Ed è grandioso. Londra è una cronaca feroce e teatrale del degrado urbano e dell’animo umano, ma anche una testimonianza letteraria grandiosa, tornata alla luce dopo più di 75 anni.
Anthony Palou,
Le Figaro
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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati