I Wednesday raccontano il tira e molla della vita con un suono che mescola fragili riff alt-country e improvvisi scoppi di feedback elettrico, mentre la cantante Karly Hartzman recita memorie sospese tra angoscia e malinconia. Con Bleeds il gruppo di Asheville, in North Carolina, affina la formula già collaudata, trovando un equilibrio più naturale tra shoegaze ruvido e country emozionale. Le canzoni, ora più coese, si aprono come arazzi vibranti di emozioni intrecciate. Brani come Reality tv argument bleeds colpiscono con chitarre brucianti, mentre Townies alterna pedal steel _e distorsione con testi feroci (“You sent my nudes around”, hai mandato le mie foto di nudo ovunque), mentre _Wound up here (by holdin on) rivela verità oscure da provincia statunitense. Non manca la leggerezza in pezzi come Phish Pepsi e Gary’s II richiama l’intimità dei vecchi lavori del gruppo, confermando la dimensione autobiografica delle storie. Il vertice dell’album – al quale ha partecipato anche il chitarrista Mj Lenderman, che però non andrà più in tour con la band – è Pick up that knife: aneddoti ironici ancorano Hartzman al quotidiano, culminando in un finale travolgente che richiama l’energia di J Mascis. In Bleeds i Wednesday dimostrano di saper dare voce alla vita di provincia, tra estasi e dolore, con una forza narrativa e musicale che oggi li rende più vitali che mai.
Dom Lepore,
The Line of Best Fit
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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati