“Negli ultimi giorni alcune dichiarazioni e decisioni di Donald Trump hanno fatto crescere i timori di una deriva autoritaria della sua presidenza”, scrive il Chicago Tribune. Durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha detto che molti statunitensi “vorrebbero un dittatore”. Una dichiarazione che è stata letta alla luce degli attacchi contro quelli che Trump considera i suoi nemici. Il 22 agosto l’Fbi aveva perquisito la casa e l’ufficio di John Bolton, un esponente di lungo corso del Partito repubblicano che è stato consigliere per la sicurezza nazionale di Trump tra il 2018 e il 2019, ma che poi è diventato un suo oppositore. Secondo diversi giornali, la perquisizione avrebbe a che fare con un presunto caso di possesso e divulgazione di informazioni riservate. Intanto il presidente continua la sua offensiva contro le città governate da politici del Partito democratico. Dopo aver mandato circa duemila soldati della guardia nazionale a Washington, ha consentito ai militari di pattugliare armati le strade della capitale, e ha minacciato di prendere provvedimenti simili a Chicago, New York, San Francisco e Baltimora. “Sostiene che gli interventi sono necessari perché la criminalità è fuori controllo, ma in realtà i reati violenti sono in calo da tempo”, scrive l’Associated Press. A Washington l’intervento della Casa Bianca ha portato soprattutto all’aumento degli arresti di immigrati senza documenti. Infine si intensificano i tentativi del presidente di sottomettere la Federal reserve, la banca centrale statunitense. Il 25 agosto ha annunciato il licenziamento “immediato” di Lisa Cook, una delle governatrici di quest’istituto indipendente. Cook ha reagito contestando la legittimità della decisione e facendo causa al presidente. ◆