Negli ultimi giorni ci sono state varie novità militari, politiche e diplomatiche nel conflitto russo-ucraino. La Russia ha continuato la campagna di attacchi con droni e missili contro le città ucraine, e nella notte tra il 28 e il 29 giugno ha lanciato la più grande offensiva aerea dall’inizio del conflitto, con circa 500 droni e sessanta missili. L’esercito russo è anche avanzato sul terreno, al confine tra le regioni di Donetsk e Dnipropetrovsk. In risposta, il 1 luglio Kiev ha attaccato una fabbrica di droni nella città russa di Iževsk. Il presidente Volodymyr Zelenskyj (nella foto ) ha anche annunciato di aver firmato un decreto per ritirare l’Ucraina dalla convenzione di Ottawa sulla messa la bando delle mine antipersona. Zelenskyj ha affermato che la decisione (che dovrà essere ratificata dal parlamento) ha obiettivi difensivi, facendo notare che la Russia non ha mai aderito al trattato e sta usando le mine “con enorme cinismo” per colpire i civili ucraini, riferisce il Guardian. Dal punto di vista diplomatico, invece, gli Stati Uniti hanno sospeso la consegna a Kiev di una partita di missili antiaerei, essenziali per la difesa delle città ucraine. Il 1 luglio, inoltre, il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron si sono parlati al telefono per la prima volta da oltre tre anni. Macron ha ribadito il sostegno europeo agli ucraini, mentre Putin ha attribuito all’occidente la responsabilità della guerra. Il giorno prima il Consiglio europeo aveva prorogato per sei mesi le sanzioni contro la Russia. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati