In un lontano futuro, su un pianeta remoto, un cyborg corazzato veglia su un gruppo di umani che festeggiano. È immobile ma possiamo percepire i suoi pensieri. Il suo monologo interiore racconta il mondo che lo circonda e soprattutto ci svela la sua particolarità. Si è liberato modificando il codice che regola i suoi comportamenti. Il suo nuovo incarico lo porta a contatto con delle specie di hippy intergalattici. La premessa demenziale di Murderbot è mantenuta grazie a un piacevole equilibrio tra leggerezza e riflessione. È sciocco ma divertente, e Alexander Skarsgård nella commedia funziona. IndieWire
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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati